ANCONA – Associazioni animaliste sul piede di guerra per quello che definiscono l’«ennesimo atto di bracconaggio». Sabato scorso (26 gennaio) a Moie, nei pressi di una strada di campagna, è stato ritrovato morto un gheppio.
Il cadavere del piccolo falchetto è stato portato alla Clinica Veterinaria Universitaria di Matelica dove la perizia necroscopica ha evidenziato la presenza di numerosi pallini di piombo nel corpo del rapace. «Segno inequivocabile che il falchetto è stato abbattuto da qualche cacciatore» precisano Lac, Lipu, Enpa, Lav, Lupus in Fabula e Italia Nostra in una nota congiunta.
«L’averlo ucciso a fucilate è quindi, oltre che un barbaro reato contro una splendida specie protetta, anche un atto di gratuita ignoranza, perché rappresenta un grave danno all’agricoltura ed all’ecosistema rurale delle nostre campagne – commenta il delegato Lac (Lega Abolizione Caccia) per le Marche, Danilo Baldini – Purtroppo sono in aumento, specie durante la stagione venatoria, i casi di ferimenti e di uccisioni di rapaci protetti e si tratta sempre di atti deliberatamente voluti, in quanto questi stupendi uccelli non possono essere confusi o scambiati con nessuna specie cacciabile»
Le associazioni ambientaliste ed animaliste delle Marche, rinnovano il loro appello alla Regione per essere coinvolti nell’organizzazione e gestione dei CRAS, Centri di Recupero degli Animali Selvatici. Ad oggi nelle Marche è riconosciuto ufficialmente solo il CRAS di Pesaro e Urbino, che «da solo e con poche risorse pubbliche non può certamente soccorrere e recuperare gli animali feriti di tutta la Regione» precisa Baldini.
«Chiediamo alla Regione di individuare o di creare ex-novo delle strutture da adibire a CRAS in ogni Provincia marchigiana conclude il delegato Lac – Ma soprattutto chiediamo di destinare più risorse economiche per la loro gestione, magari togliendole in parte a quelle concesse agli Ambiti Territoriali di Caccia, senza continuare a fare affidamento solo sui volontari delle nostre associazioni o sulla collaborazione gratuita di studi veterinari, che a proprie spese curano e sfamano questi animali selvatici. Infatti, per legge, chi si dovrebbe occupare della cura degli animali selvatici sono le Province, le cui competenze con la riforma Del Rio sono state ora trasferite proprio alla Regione».
IL GHEPPIO
Uccello stanziale nelle Marche, è un rapace diurno protetto, che si ciba di topi, arvicole ed altri roditori dannosi per l’agricoltura, mentre d’estate la sua dieta è rappresentata da insetti, coleotteri e cavallette. I suoi eleganti volteggi, definiti a “spirito santo”, lo fanno sembrare immobile in aria, mentre osserva dall’alto le sue prede. Questo rapace possiede un’elevata capacità di adattamento agli ambienti più diversi, che gli ha permesso di sopperire alla riduzione del suo habitat riproduttivo, legato alle attività agricole non intensive, che ora sono in forte declino.