ANCONA – «Se il sindaco Silvetti non annulla adesso la delibera del 2019 per il sì al banchinamento del molo Clementino, allora deve farsi carico della responsabilità per il sì al progetto». Tradotto: dato che il primo cittadino si dice scettico sul banchinamento del Clementino ad uso delle grandi navi, per il Comitato porto città di Ancona il numero uno di palazzo del Popolo deve immediatamente ritirare la delibera di quattro anni fa. Due giorni fa, alla stampa locale, Daniele Silvetti aveva fatto sapere di «non avere scelta se dal ministero arrivasse l’ok».
In ambito politico, la richiesta è già stata avanzata, in consiglio comunale, da Francesco Rubini, di Altra idea di città (Aic). È stato lui, qualche tempo fa, a presentare in consiglio una mozione per l’annullamento. Con Rubini, si schierano – oltreché Silvetti – anche il governatore Francesco Acquaroli. Tutti e tre sarebbero preoccupati per i rischi alla salute della popolazione derivanti dall’ormeggio delle grandi navi al Clementino. Destra e sinistra stranamente allineate dunque (Rubini aveva commentato con «Credo in Silvetti», ndr), mentre il Pd corre isolato per il sì al progetto insieme a Carlo Ciccioli (consigliere regionale Fratelli d’Italia) da cui invece si smarcano Silvetti e gli altri.
In tutto ciò, il ˊComitato porto città di Anconaˊ «ringrazia i cittadini per aver partecipato all’assemblea pubblica (sia in aula sia in diretta Facebook) organizzata e voluta da noi. Il Comitato con questo incontro ha rimesso al centro del dibattito cittadino il porto nella sua totalità».
«Nel dibattito – fanno sapere dall’organizzazione – è emerso che l’elettrificazione dei moli non abbasserà in modo determinante i livelli di inquinamento attuali tanto da consentire l’ormeggio di grandi navi da crociera al molo Clementino. Pertanto, è quasi inutile insistere con questo mantra. Di diversa natura è la privazione dell’uso del porto storico che è della città. È il luogo della nostra storia con beni sottoposti a vincoli monumentali e paesaggistici, luogo che dovrebbe essere fruibile e riconnesso alla città, come scritto nel Piano regolatore del Comune di Ancona e nel Piano portuale ancora vigenti. Proprio su questo si gioca la prima contraddizione chiaramente evidenziata dai cittadini».
«Se per il molo Clementino a fini croceristici il sindaco denuncia un suo limite operativo – dicono dal Comitato – questo limite non dovrebbe sussistere se i cittadini chiedono di avere piena disponibilità di un pezzo di territorio che appartiene alla città e non all’autorità portuale. Lo chiediamo ora, perché ora i Piani vigenti lo permettono. Se questa amministrazione è ora contraria all’opera, perché ora non ci sono le condizioni per il progetto del molo, che venga annullata ora – ribadiscono – la delibera Consiliare 50 del 2019, con cui il Consiglio comunale di allora ha deliberato il sì al banchinamento per le grandi navi da crociera al Clementino. Quella delibera del 2019, il cui annullamento è oggi richiesto da Francesco Rubini di può ora inficiare anche gli attuali indirizzi presi dal Comune con la delibera di giunta 506 del 27 ottobre scorso e con tutte le condizioni poste all’autorità portuale. Non annullare la delibera consiliare 2019 – concludono dal Comitato – significa farsi carico ora della responsabilità di decidere del sì al molo Clementino».