Ancona-Osimo

Ancona e Monica Vitti: il suo volto alla Lanterna Rossa chiusa da due anni. «Un bel murales: riaprite il molo del film»

Il murales dedicato a Monica Vitti fu realizzato nel 2016 dallo street artist Icks. L'idea fu di Yapwilli, direttore artistico del festival AnconaCrea: «Dispiace non poter più arrivare alla Lanterna rossa». Il molo è nella scena finale de "La ragazza con la pistola"

Lanterna rossa

ANCONA – È morta Monica Vitti. Uno dei suoi film più famosi – diretto da Mario Monicelli – venne in parte girato ad Ancona. Si tratta de La ragazza con la pistola, anno 1968 e segnò, in un certo senso, la sua svolta professionale. La scelta cadde sul capoluogo marchigiano per motivi tecnici ed economici. Il mare, il molo e la Lanterna Rossa – che allora era un faro bianco e rosso – si prestavano alla narrazione cinematografica.

Gli ultimi minuti del film hanno Ancona come protagonista. Monica Vitti sul traghetto fuma una sigaretta sfogliando una rivista e un uomo – impersonato dall’attore Giancarlo Giuffrè – rincorre la nave in partenza, percorrendo il molo della Lanterna Rossa. Un molo, questo, chiuso da due anni.

Ma andiamo con ordine: nel 2016, il geniale William Vecchietti – in arte Yapwilli – decide di omaggiare Monica Vitti con un murales. È un’opera unica in tutta Italia: «Non mi risulta ce ne siano altre così, in giro – dice Yapwilli -. Per me, Monica Vitti era la donna più bella del mondo, una delle attrici più brave» commenta.

Tra l’altro, «non so se neppure se Monica Vitti sia mai stata ad Ancona per girare quelle scene». Sicuramente, in città, è venuto Giancarlo Giuffrè, che interpretava Vincenzo Macaluso.

Il murales col volto di Monica Vitti venne dipinto nel 2016, in circa 4 giorni. L’idea, lo dicevamo, è partita da Yapwilli, direttore artistico del festival AnconaCrea. A realizzarlo, però, furono le mani e il talento di Icks, aiutato dalla compagna e dallo stesso Yapwilli.

«Eravamo in tre. Di quel periodo, ho un’esperienza bellissima. Volevo regalare ad Ancona dei murales per ricordare i film girati in città. Però, facemmo solo quello su Vitti. Io, da sopra la Lanterna, aiutavo a testa in giù Icks».

L’opera d’arte – perché di questo si tratta – venne realizzata con la tecnica degli stencil, strisce di carta larghe come poster e bombolette spry. Il volto, realizzato su un fondo ocra, riporta un colore rosso bordeaux e guarda verso il Duomo, alla Cattedrale di San Ciriaco, patrono della città.

«Gli anconetani, inizialmente, reagirono male, ci furono tante polemiche, ma poi impararono ad apprezzarlo. Ad oggi, è una delle opere più importanti realizzate con AnconaCrea nelle Marche». Il murales venne finanziato dal Comune dorico e ora ci sarebbe bisogno di manutenzione, per farlo durare più a lungo possibile: «Servirebbe intervenire con delle resine» consiglia lo street artist.

Lanterna Rossa, 2016: Icks mentre realizza l’opera dedicata a Monica Vitti (fonte Facebook)

Peccato, però, che la Lanterna sia inaccessibile da due anni, da quando, cioè, è iniziata la pandemia. L’Autorità portuale decise che c’era pericolo di assembramento e contagio, quindi optò per la chiusura del molo. Niente più passeggiate, niente foto, niente socialità. Basta.

Ma è davvero colpa della pandemia? «Già dal 2016, ricordo che si parlava di riorganizzare gli spazi del porto. Anzi, mi stupisce il fatto che il murales di Icks sia ancora lì. Mi dispiace che non si possa più vedere da vicino. Ora lo vedono solo i croceristi, chi parte per la Grecia o chi va in barca. I cittadini possono vederlo solo col binocolo».

Poter continuare a vedere quel murales sarebbe un tributo a un’attrice che non c’è più, a una diva che ha fatto la storia del cinema. «La notizia del murales fece il giro d’Italia. Tutt’ora, vengono postate foto sui social. Quando ancora si poteva visitare la Lanterna, i fan di Vitti o gli amanti della street art facevano il pellegrinaggio ad Ancona».  

«Se fossimo a Nantes, verrebbero organizzate visite guidate via terra e via mare per vedere il murales e il porto sarebbe il fulcro della cultura e della vita cittadina» evidenzia l’artista.

Chissà, magari un giorno si potrà tornare ad ammirare da vicino quel murales storico, un’opera d’arte che appartiene a tutti. Tanto quanto il porto.