ANCONA – Presidio delle associazioni studentesche Gulliver-UDU Ancona e Officina Universitaria nelle Marche in segno di protesta per la morte di Lorenzo, il ragazzino di Udine rimasto vittima in seguito ad un incidente avvenuto in una fabbrica durante un progetto di alternanza lavoro.
Gli studenti hanno manifestato oggi davanti i Provveditorati agli Studi e alle Scuole delle Marche (Ancona, Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro e San Benedetto del Tronto) per denunciare che morire a 18 anni «è inaccettabile».
«Non si tratta della prima morte in un contesto lavorativo – si legge nella nota degli studenti -, visti i numeri altissimi di vittime (1404 nell’anno 2021) ma è sintomo di una problematica che nel caso dei PCTO (ex alternanza scuola -lavoro) si aggrava ulteriormente, vista l’appartenenza ad una sfera formativa».
Secondo i comitati «i PCTO non sono da condannare, tuttavia il ruolo che svolgono all’interno del sistema scolastico, che dovrebbe formare cittadini e non educare i ragazzi a sottostare ad un mondo del lavoro fortemente problematico, in cui la mancanza di retribuzione e di sicurezza è la norma, è da riformare completamente».
«La giornata di mobilitazione è partita dalla città di Lorenzo, Udine – spiega Alessia Polisini, coordinatrice Gulliver Sinistra Universitaria Udu Ancona -, dove insieme a tutte le studentesse e gli studenti, come Unione degli Universitari e Rete degli Studenti Medi, abbiamo voluto sostenere una piazza che lo ricordasse e denunciasse condizioni di lavoro, anche nei percorsi formativi scolastici, insostenibili. Questo sistema, introdotto con la Legge Buona Scuola nel nostro Paese, pur non essendo incluso nella ex alternanza scuola-lavoro (oggi PCTO) presenta molte criticità che le studentesse e gli studenti medi denunciano dal 2015 riempiendo le piazze per opporsi all’aziendalizzazione della scuola, all’introduzione dell’alternanza nei percorsi formativi e per chiedere misure vere per combattere la precarietà del lavoro».
«Nonostante ciò – conclude -, nulla è stato fatto per cambiare il sistema e le indagini su quanto avvenuto nell’azienda frequentata da Lorenzo ci diranno cosa non è andato, ma quello che abbiamo voluto denunciare oggi con la nostra mobilitazione è un sistema che non funziona, che sfrutta e ci educa alla precarietà. Vogliamo molto altro per i percorsi scolastici! Lorenzo è vivo».