ANCONA – Con la caduta del governo Draghi e in vista delle elezioni politiche che si terranno il 25 settembre il Movimento Universitario contro le Discriminazioni prende posizione auspicando un ritorno della democrazia. Il gruppo si era costituito nel marzo scorso in reazione all’introduzione del Super Green pass.
«Mai nessun Governo in Italia aveva creato così tanta divisione e introdotto norme così discriminatorie tra i suoi cittadini – affermano Vincenzo Cuteri, Clara Ferranti, Maria Stella Colomba ed Emanuele Bertoni, membri del Movimento – . Ora è caduto e noi ci rallegriamo con la speranza che il prossimo governo possa cancellare in fretta tutti gli obbrobri e i soprusi che, unici in Europa, abbiamo dovuto subire».
Secondo Vincenzo Cuteri «il primo provvedimento del nuovo governo dovrà prevedere l’abolizione della vaccinazione obbligatoria per qualunque categoria e soprattutto per i sanitari. Ci si aspetta un confronto serio, più volte richiesto è mai ottenuto, sulla crescente problematica degli effetti avversi che questi prodotti stanno causando senza peraltro essere efficaci».
Per il docente universitario «l’aumento dei contagi è la prova che i cosiddetti vaccini non funzionano, anzi sono i responsabili delle continue variazioni del virus. In autunno non credo che la situazione cambierà ma auspico che ci sia una gestione completamente diversa da quella attuata fino ad ora e che ovviamente non si parli mai più di Green pass che si è dimostrato totalmente inutile e discriminatorio».
Inoltre, aggiunge, «è mia personale opinione che ci debba essere una enorme riduzione dell’uso dei tamponi riservandolo eventualmente solo ai sintomatici. Oggi non ha più senso continuare in questo modo». Il Movimento contro le Discriminazioni rimarca che «il governo ha obbligato i sanitari a sottoporsi a un trattamento inefficace e in molti casi pericoloso, pena la sospensione o la radiazione, rendendo così ancor più precaria la sanità italiana, privandola di validi operatori sani, e mettendo a rischio la sopravvivenza di migliaia di famiglie. Governo che ha sospeso, con il consenso di rettori, provveditori e dirigenti scolastici, professori universitari, personale Tab e insegnanti di tutte le scuole privandoli colpevolmente del diritto al lavoro e lasciandoli senza stipendio per mesi per poi riammetterli demansionati e costringendoli a passare intere giornate in sgabuzzini, lontani dai loro studenti perché “sani ma non punturati”».
Nella lista delle imposizioni e discriminazioni il Movimento ricorda poi quella delle mascherine nelle scuola e il fatto che «il virus potesse infettare le persone se sedute al bar a prendere il caffè e non le potesse infettare se invece lo stesso caffè fosse stato servito (in piedi) al bancone. Un Governo – si legge nella nota stampa – che sulla base della (falsa) litania “Non ti vaccini, ti ammali, muori” ha multato milioni di italiani over 50 perché non sottomessi all’obbligo del vaccino, fatto salvo che poi ad ammalarsi e, purtroppo, a morire sono soprattutto coloro che hanno obbedito. Un Governo sostenuto politicamente dalle Federazioni degli Ordini dei sanitari senza che gli stessi sanitari ne fossero stati informati o avessero espresso un parere. Una oscenità mai successa prima. Ma soprattutto – aggiungono – un Governo sostenuto politicamente dal presidente della Conferenza dei rettori e dall’Università, un luogo che dovrebbe essere la sede della cultura, del confronto, del libero pensiero e del rispetto dell’opinione e dei diritti di tutti. La cosa che più ci rammarica è che nessuno dei rettori marchigiani si sia dissociato dall’appello della Crui, di fatto sostenendolo, e rendendo così le Università, ancora una volta, un luogo sede di schieramenti politici e non di libertà».
Secondo il Movimento Universitario contro le Discriminazioni i cittadini devono prendere «piena consapevolezza della ferita che è stata inferta al popolo italiano dai governi che hanno sostenuto tale inaudita dittatura sanitaria e discriminatoria. Dopo questo lungo periodo buio e dissonante della politica italiana ci meritiamo decisamente governanti giusti, retti e rispettosi dei diritti e della Costituzione».