ANCONA – Lo ricordiamo per il suo ruolo di Emiliano Lupi nella fiction Rai Un medico in famiglia, ma da allora Edoardo Purgatori di strada ne ha fatta eccome. Lo raggiungiamo al telefono poco prima dell’inizio della quarta e ultima replica di Mine vaganti, lo spettacolo che sta portando in scena al teatro delle Muse, con (tra gli altri) Francesco Pannofino, Carmine Recano, Erasmo Genzini e Iaia Forte e Simona Marchini.
Al centro della vicenda, una famiglia, proprietaria di un pastificio in un piccolo paese del sud, con le sue radicate tradizioni culturali alto borghesi e un padre desideroso di lasciare in eredità l’azienda ai figli. Tutto precipita quando il figlio Antonio si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il secondogenito Tommaso, anch’egli gay, tornato da Roma per raccontare (pure lui) la sua verità.
Purgatori, l’ultima replica è prevista per oggi (6 novembre), alle 16.30. Cosa ne pensa del pubblico anconetano?
«Siamo andati alla grande, il vostro è un pubblico fantastico. C’è gente che è tornata a vedere lo spettacolo nonostante lo avesse già visto. Abbiamo fatto sold-out tutte le sere».
Conosceva già le Marche?
«Sì, in tre anni di tournée, ho scoperto questa regione fantastica. Siamo stati quasi ovunque: Macerata, Jesi, Civitanova, Ascoli e poi Ancona».
Ecco, il capoluogo…
«Sì, città stupenda, a partire dall’accoglienza degli abitanti. Guardi, le dico solo che appena terminiamo l’intervista vado a correre sul lungomare, che è spettacolare. E poi vogliamo parlare del teatro delle Muse e del centro della città? Bellissimi».
Lei, oltre che di teatro, è un attore di tv e cinema (lo abbiamo visto recentemente in Siccità). Preferisce il piccolo o il grande schermo?
«Mah, ormai la differenza tra cinema e tv, dal punto di vista lavorativo, non c’è più, perché la qualità della televisione ha raggiunto quella del cinema. E anche nella serie Le fate ignoranti, di Ferzan Ozpetek, si respirava aria di cinema e non tanto di tv, come quando facevo Un medico in famiglia. I tempi cinematografici, forse, ti offrono più tranquillità, perché devi girare meno pagine al giorno e puoi curare di più i dettagli, ma io non faccio distinzione. A me interessano la storia e i personaggi che andiamo a raccontare».
Con il personaggio di Tommaso (interpretato nel film da Riccardo Scamarcio, ndr) è stato amore a prima vista sin dalla prima lettura del copione?
«Io prima facevo Davide, uno degli amici di Tommaso (il protagonista). Mentre da quest’anno sono diventato il protagonista. Quindi è stato bello fare lo spettacolo col primo ruolo, mi ha dato tanto, è stato divertente. Ora il ruolo di Tommaso è tutt’altra cosa: accompagna il pubblico nel racconto e porta il dramma della storia. Sono bei personaggi e belle dinamiche, importanti da raccontare».
In che senso?
«Nel senso che fare coming out non è ancora una cosa semplice, purtroppo. Anche se la storia e il film sono del 2010 e i tempi sono un po’ cambiati. Ma noi lo vediamo che famiglie e pubblico sono toccati dalla storia. Speriamo di lasciare un seme di riflessione dentro di loro».
Lei è padre…
«Sì, bisogna fare in modo che chi ha dei figli non commetta gli stessi errori che hanno fatto i genitori di Tommaso».
Questo in Italia è un periodo caldo per i diritti civili. Voi portate in scena la normalità delle coppie omosessuali…
«Ci proviamo, benché la storia, secondo me, sia un po’ anacronistica, dato che il film è di più di 10 anni fa. Però sono tematiche da affrontare perché purtroppo notizie di persone che si tolgono la vita (o che vengono ad esempio picchiate) perché omosessuali si sentono ancora».
Lei è italo-tedesco. In Germania com’è la situazione?
«Lì sono molto più avanti, è un fatto di mentalità. E una coppia omosessuale che si sposa non fa scalpore. Ecco, dovremmo andare anche noi in quella direzione. Invece, io trovo che qui i politici siano quasi ridicoli. E poi sa, in Italia abbiamo lo Stato pontificio, la Chiesa, determinati valori sulla famiglia».
E invece?
«E invece questo discorso deve diventare la normalità, in tutto il mondo sta già accadendo. Basta fare un giro nei Paesi nordici, non solo in Germania, ma anche in Inghilterra o in Francia per vedere come lì la situazione sia differente. Vuole che le dica come la penso?».
Prego…
«Ognuno deve essere libero di amare chi vuole e come vuole, senza che nessuno abbia da ridire alcunché».
E a lei, in passato, è mai capitato di provare attrazione fisica verso un uomo?
«Sinceramente no, mai».
La recitazione è sempre stata il suo sogno?
«Da che ricordo, sì. Ho un sacco di passioni eh, ma quando iniziai a fare teatro a scuola, a 12-13 anni, capii che la recitazione era qualcosa di più di un semplice divertimento. Era una passione, e ora posso finalmente dire che vivo del mestiere che amo, senza più bisogno di fare il cameriere per mantenermi».
Ci vogliono talento e fortuna…
«Sì, un grande privilegio, non è mai scontato. Grazie al cielo sono più di 15 anni che faccio questo mestiere e ne sono davvero contento».
Con chi ha legato di più del cast?
«Con tutti, siamo una grande famiglia. C’è un bel rapporto persino coi tecnici, con cui abbiamo condiviso tre anni di viaggi (pandemia inclusa). In questi giorni, festeggiamo la 140esima replica».
Suo padre, Andrea Purgatori, è giornalista e sceneggiatore (nonché conduttore di Atlantide, su La7). Le dà consigli dalla platea o dal divano di casa?
«Più che consigli, mi dice se gli sono piaciuto, come faccio io con lui quando lo vedo in tv. Consigli no, non me ne dà. Sarebbe come se io gli dessi delle dritte per scrivere un articolo di giornale. Non mi permetterei mai».
Progetti in cantiere?
«Beh, dal punto di vista familiare io e mia moglie stiamo aspettando il nostro secondo figlio. Non mi chieda il nome, perché non lo sappiamo ancora (ride, ndr). Dal punto di vista lavorativo, uscirà prossimamente Romantiche (diretto da Pilar Fogliati). E poi, girerò Timor, un film da protagonista, per la regia Valerio Di Lorenzo. A Roma, invece, porterò in scena all’Off/Off Theatre lo spettacolo 400 euro, due ore di nudo».
Di cosa si tratta?
«Della trasposizione teatrale di un romanzo di Tommaso Agnese. Interpreterò un ragazzo che incomincia a frequentare il mondo delle chat, del sesso online e della pornografia sul web. Lo trovo un tema molto attuale e interessante».