ANCONA – “A chi si preoccupa di quattro scritte, invoca ordine e sicurezza, telecamere, pensi a ciò che aspetta ai ragazzi degli anni 2000 che dovrebbe preparare per la vita: una vita di precarietà, povertà, mancata assistenza sanitaria e politiche securitarie. Pensi a questo, ne parli con gli studenti poi potrà occuparsi del decoro urbano. Solo poi però, perché prima viene quello umano, culturale e sociale”.
Rispondono così gli anarchici dopo l’atto di vandalismo che ha riguardato l’istituto Savoia-Benincasa, in via Marini, finito nel mirino di writers durante le feste pasquali e che hanno imbrattato con scritte e anche simboli anarchici la facciata della scuola. La preside Alessandra Rucci aveva duramente condannato quel gesto perché accaduto dove si fa educazione e dove gli insegnanti e gli studenti si impegnano ogni giorno ad una formazione che non riguarda certo atti vandalici.
Ma gli anarchici spostano l’attenzione su altro. Con una nota firmata da gruppo Anarchico Kronstadt di Ancona, Fai (Federazione Anarchica Italiana) con le sezioni
“M. Bakunin” di Jesi, “F. Ferrer” di Chiaravalle, Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” di Jesi e Circolo Studi Sociali “O. Manni” di Senigallia, annunciano due manifestazioni che si terranno domani (25 aprile festa della Liberazione) e il 1 maggio.
“Saremo in piazza per riaffermare l’attualità della lotta antifascista e dei diritti dei lavoratori – dicono – con dei volantini. L’antifascismo oggi come ieri per noi significa resistenza viscerale da parte degli sfruttati di sempre verso il cane da guardia di chi ci opprime. E se le organizzazioni politiche neofasciste sono ormai ampiamente sdoganate, se l’attuale governo non ha più nessun pudore nel proporre norme segregazioniste e razziste, questo è solo la punta dell’iceberg. Oggi come ieri la propaganda diffonde odio, coltiva la guerra tra poveri e esalta l’ignoranza. Una pseudocultura interclassista, sovranista e fascistoide oggi più che mai dilaga fra noi, disgregandoci, atomizzandoci, lasciandoci senza difesa alcuna in un clima di perenni “emergenze” utili a distrarre l’attenzione dai nostri reali problemi quotidiani (l’impoverimento, la precarietà, lo smantellamento della sanità pubblica e della scuola, la crisi ambientale)”.
E ancora il gruppo parla di paura, razzismo e desiderio di gerarchia che fomentano il qualunquismo di molti “mentre un generale clima di repressione e delegittimazione colpisce e isola chi si ostina a impegnarsi sul piano sociale e politico”. Poi il lavoro. La gente comune – sottolinea il gruppo – che ogni giorno si trova costretta ad accettare lavori interinali per salari da fame e stagionali non ha più neanche il tempo di interessarsi alla breve e frenetica vita delle notizie di cronaca, anche locali, cercando di sopravvivere come può alla ricerca di una stabilità economica”.