ANCONA- Dall’aggregazione di Confindustria Ancona e Confindustria Pesaro Urbino nasce Confindustria Marche Nord, associazione degli industriali a perimetro interprovinciale. Un soggetto unico, più forte e più rappresentativo del territorio. Comprende infatti 900 aziende associate che danno lavoro a circa 50mila addetti. La nuova realtà esprime il 60% della rappresentanza industriale delle Marche. Il presidente di Confindustria Marche Nord è Claudio Schiavoni, già presidente di Confindustria Ancona, resterà in carica per i prossimi tre anni. Il Vice presidente vicario è Gianfranco Tonti, già presidente di Confindustria Pesaro Urbino. C’è un nuovo statuto e il comitato promotore che darà avvio all’operatività degli adempimenti statutari è composto da Claudio Schiavoni, Gianfranco Tonti, Marco Gialletti e Mauro Papalini. Coadiuvano il comitato promotore nel rapido avvio dell’attività, il Direttore Generale Salvatore Giordano e il Vice Direttore Generale Filippo Schittone che in questa prima fase mantengono la direzione delle rispettive sedi territoriali di Pesaro Urbino e Ancona. Il Consiglio direttivo è paritetico e la giunta per il primo mandato è paritetica: da 20 a 16 persone.
«Ci siamo aggregati perché dobbiamo dare risposte più concrete ai nostri soci. In questo modo riteniamo di garantire maggiori servizi e più prossimità alle nostre aziende associate che ci chiedono di essere più presenti sul territorio. La squadra a disposizione dei soci sarà più ampia, le competenze saranno integrate e potenziate» commenta il presidente di Confindustria Marche Nord, Claudio Schiavoni.
Il percorso per arrivare all’aggregazione non è stato privo di ostacoli. Sfumata per il momento la possibilità di creare un’unica Confindustria regionale, le Associazioni di Ancona e di Pesaro Urbino, più affini, più strutturate e dotate di risorse, hanno deciso di partire in due. Gli associati di Confindustria Fermo, Ascoli Piceno e Macerata, riuniti in assemblea hanno infatti votato NO. La spinta a costituire un’unica realtà arriva anche da Roma. «Non abbandoniamo questo progetto, si allungheranno un po’ i tempi ma l’obiettivo è sempre lo stesso e cioè di creare un’unica Confindustria regionale. Prosegue infatti il dialogo con le componenti del sistema industriale marchigiano» dichiara Schiavoni.
«Domani tutti i collaboratori di Confindustria Ancona e Confindustria Pesaro Urbino si ritroveranno nella sede pesarese per stabilire il piano operativo. Dobbiamo essere un esempio di dinamismo e di parsimonia– commenta il vice presidente vicario Gianfranco Tonti-. In un momento in cui le aziende associate chiedono servizi sempre complessi e attività sempre più costose e impegnative, l’unico modo per rispondere a questa esigenza è di aumentare la massa critica e avere maggiori risorse a disposizione. Anche se nel nostro Paese aggregarsi è difficile, oggi è una strada inevitabile, soprattutto in un territorio come il nostro che conta 1 milione e mezzo di abitanti».
«Uno dei primi diktat che ci siamo dati è che non mandiamo a casa nessuno. Cambierà il modo di lavorare in quanto bisogna interfacciarsi con una nuova provincia. Inoltre per quanto riguarda i costi, gli associati non dovranno pagare di più da questa fusione rispetto a quanto pagano adesso- aggiunge Schiavoni-. Lavoreremo per valorizzare il nuovo marchio e creare una nuova identità. Siamo al lavoro anche per mettere insieme le società di servizi».
«In questo lungo percorso ci siamo interrogati sul ruolo di Confindustria. Vogliamo fornire una vison futura per il territorio. Siamo in ripresa e vogliamo orientare le azioni delle imprese, riportare gli standard ai livelli pre-crisi» sottolinea Marco Gialletti.
L’area territoriale di Confindustria Marche Nord comprende le province di Ancona e Pesaro Urbino ed è caratterizzata da una produzione più vivace e in maggior crescita rispetto alla media regionale, che si ferma a +0,6% a fine 2016 rispetto all’anno precedente. L’aggregato tra Ancona e Pesaro Urbino si attesta sul +1,2%. Buone performance anche dell’export: i dati Istat del primo trimestre 2017 riportano un valore di 1,5 miliardi di euro, con una crescita del 4,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente contro il +1% della media regionale.