ANCONA – Nessun presepe nel centro di aggregazione comunale di via Bufalini a Collemarino. «La scelta sembra determinata da una non meglio precisata necessità di non ledere la sensibilità di utenti non cattolici – dichiarano i consiglieri della Lega Antonella Andreoli, Marco Ausili, Maria Grazia De Angelis – ma riteniamo che la decisione di allestire o meno i presepi nei centri di aggregazione e nelle ludoteche comunali non possa essere lasciata al libero arbitrio e alla determinazione delle singole associazioni e Onlus che gestiscono i servizi. Crediamo sia necessario un comportamento uniforme su tutto il territorio comunale per garantire i diritti, le scelte e la volontà di tutti i cittadini anconetani».
La questione è emersa ieri, in consiglio comunale, con un’interrogazione del gruppo consiliare della Lega. «Il centro di aggregazione – ha spiegato Emma Capogrossi, assessore ai Servizi Sociali – è una struttura rivolta ai minori tra i 3 ai 14 anni, che offre opportunità di impiego per il tempo libero e possibilità di socializzare. Le attività si realizzano attraverso laboratori come bricolage, attività espressiva e teatrale, educazione ambientale, lettura. Nel centro da cinque anni non viene fatto il presepe, in quanto in questo periodo il laboratorio che coinvolge i bambini è finalizzato alla creazione degli addobbi per l’albero di Natale. Addobbi che poi i giovani possono anche portare a casa. Ogni centro di aggregazione svolge una programmazione annuale autonoma e non è prevista un’obbligatorietà contrattuale nel far realizzare il presepe come attività ricreativa all’interno del centro».
«Riteniamo inaccettabile – dichiarano i consiglieri della Lega – che i bambini di Ancona siano privati dei simboli delle tradizioni natalizie. La scelta di allestire o meno i presepi nei centri di aggregazione e nelle ludoteche comunali non deve essere lasciata al libero arbitrio e alla determinazione di associazioni e Onlus. Svuotare il Natale del presepe vuol dire annullare il senso di questa festività in nome di un laicismo che non ci appartiene».