ANCONA – «Il personale sanitario è stato gestito fino ad ora senza nessun riguardo alle loro esigenze familiari e nemmeno tenendo conto delle precarie condizioni di salute di alcuni dipendenti».
A dirlo è il Nursind che il 19 marzo ha inoltrato una diffida a Regione, Asur, aziende sanitarie pubbliche, Prefettura e i sindaci del comprensorio dell’Area vasta 2 perché competenti per la tutela della salute dei cittadini.
Una diffida a cambiare marcia o il sindacato «sarà pronto a sostenere in giudizio – dice Elsa Frogioni, segretario territoriale di Ancona – tutti i lavoratori che saranno posti a irragionevoli rischi dall’azienda».
Benché le misure per gli infermieri e sanitari previste dall’ultimo decreto Cura Italia siano a detta del Nursind «totalmente deludenti per congedi parentali e bonus baby, per permessi spettanti ai professionisti sanitari con disabilità o una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita» devono «essere immediatamente applicati – dice Frogioni – anche per i professionisti della salute».
Per il segretario territoriale i sanitari in condizione di fragilità e maggiormente a rischio per proprie patologie a manifestare complicanze gravi in caso di contagio da Coronavirus «devono essere posti in isolamento precauzionale» perché «i sanitari non devono pagare l’irresponsabilità dei nostri dirigenti e politici, alcuni hanno già pagato con la vita, le aziende non possono sporcarsi la coscienza di ulteriori morti annunciate proprio tra i propri dipendenti».