ANCONA – «L’autista ha fatto scendere dall’autobus un passeggero con il cane perché ha rispettato il regolamento, ma sono in corso approfondimenti per estendere a tutti gli animali la possibilità di fruizione dei mezzi pubblici». In merito alla vicenda dell’autista di Conerobus che ieri mattina, in piazza Salvo D’Acquisto, ha fatto scendere dal bus un passeggero salito a bordo con un cucciolo di pastore tedesco, il presidente Muzio Papaveri sottolinea come «il conducente abbia dato seguito alle disposizioni previste dal regolamento regionale dei passeggeri, applicato dalla società di trasporto intercomunale dorica, così come dagli altri operatori della regione, ed esposto a bordo di tutti i mezzi».
Conerobus sottolinea che «l’autista ha tenuto un comportamento corretto, in linea con quanto disposto dalle direttive regionali, secondo le quali possono salire sui bus, previo pagamento del biglietto, solo animali di piccola taglia muniti di museruola a maglie fitte e tenuti al guinzaglio». L’azienda aggiunge che «l’articolo 24 del regolamento comunale sulla tutela degli animali e la loro corretta convivenza con i cittadini permette l’accesso degli animali domestici ai mezzi pubblici, laddove non diversamente stabilito da norme nazionali o regionali, come nel caso in questione. Tuttavia il Comune sta cercando di valutare con gli enti competenti e le associazioni interessate la possibilità di derogare alla normativa regionale ed estendere la possibilità di fruizione dei mezzi pubblici a tutti gli animali, anche a quelli a cui oggi non è consentito l’ingresso a bordo».
Sulla vicenda è intervenuta anche la Federazione dei Verdi di Ancona che chiede più dialogo tra le istituzioni, in difesa dei diritti degli animali d’affezione. «Il regolamento comunale – scrivono in una nota i Verdi – per la tutela del benessere degli animali e la loro convivenza con i cittadini, di cui noi Verdi ci siamo fatti portatori, facendolo approvare in consiglio comunale, è alquanto limpido nella sua comprensione. Nell’Art. 24, che appunto riguarda l’accesso degli animali di affezione nei luoghi pubblici e privati e sui mezzi di trasporto pubblico, si legge testualmente: “Laddove non diversamente stabilito da norme statali o regionali o disposizioni organizzative interne agli enti, è consentito l’accesso degli animali d’affezione in tutti i luoghi pubblici (…) compresi tutti i mezzi di trasporto pubblico operanti sul territorio del Comune”».
Nel particolare, i «commi 10 e 11 specificano che l’animale dovrà essere tenuto al guinzaglio dal proprietario o detentore, il quale dovrà anche essere in possesso di museruola. Attenzione: il proprietario o detentore dovrà essere in possesso di museruola. L’evento di ieri è risultato interpretabile. In quanto, nonostante il cane (un cucciolo di pastore tedesco) fosse dotato di guinzaglio e addirittura indossasse già la museruola, non è stato valutato idoneo all’accesso all’interno del mezzo pubblico. Come mai? Il regolamento interno dell’azienda cui sottende il percorso in questione aggiunge una postilla riguardante la taglia degli animali d’affezione cui è concesso il trasporto. E si parla di animali di piccola taglia. Dunque, benché si trattasse di un cucciolo, l’interpretazione del regolamento interno ha stabilito che l’animale non fosse di piccola taglia. E quindi non conforme alla norma. Noi Verdi ci siamo battuti tenacemente in favore dei diritti, della tutela e del benessere degli animali d’affezione. E continueremo a farlo perché fatti del genere, ad Ancona, non accadano più».
Come? «Intanto distribuiremo ai cittadini il Regolamento così da informarli e metterli al corrente dei diritti dei loro animali da affezione. E poi auspicando chiarezza. Un accadimento del genere è inammissibile. Pertanto, ci faremo carico della questione per far sì che ci sia, in tempi brevi, una maggiore complementarità tra le normative che regolamentano il tema. I diritti dei cittadini sono rilevanti, quanto gli stessi diritti degli animali di cui molti sono possessori. Sarà nostra premura approfondire quanto accaduto, per evitare che incomprensioni del genere possano ripetersi».