ANCONA – No al a parrucchiere, estetista, barbiere, tatuatore, ma anche lavanderia fuori dal proprio comune di residenza. Lo ha chiarito la Prefettura di Ancona, capofila delle Prefetture delle altre province delle Marche, intervenendo sulla lettera inviata da un funzionario dirigente della Regione Marche che allargava l’interpretazione del Dpcm in maniera estensiva riguardo la possibilità di fare spesa fuori dal proprio Comune di residenza per usufruire dei servizi alla persona.
Nessuna impugnativa, precisano dalla Prefettura, ma un esame della questione che ha portato a non ritenere condivisibile l’interpretazione che voleva far ricadere nello stato di necessità i servizi alla persona. Una misura, quella del Dpcm disposta per limitare la diffusione del contagio.
Non si potrà andare dal parrucchiere e dall’estetista di fiducia, ma si può usufruire di questi servizi nel proprio Comune di residenza, mentre ci si può recare fuori comune, come specificato da una Faq del Viminale, per acquistare beni di prima necessità. Una interpretazione, quella della Prefettura di Ancona, che è stata condivisa anche dalle altre Prefetture della regione.