ANCONA- Nel Dpcm che sarà in vigore nelle prossime ore una delle misure allo studio è quella di anticipare la chiusura dei locali alle 23.00 anche se, da quel che filtra da Roma, non dovrebbe avvenire nell’immediato.
Si tratterebbe di una stretta molto dura sulla movida al fine di scongiurare il pericolo di assembramento all’esterno di pub, bar e ristoranti. Fermo restando, saracinesche abbassate o no in anticipo, che si continuerà sulla linea della prudenza attraverso ingressi contingentati, uso della mascherina e spazi molto ridotti. Per gli esercenti, già in difficoltà dal post-lockdown, potrebbe trattarsi di un colpo pesantissimo da assorbire.
«L’eventuale chiusura anticipata sarebbe durissima – spiega Michele Zannini del Caffè Giuliani di Corso Garibaldi -. A mio parere basterebbe rispettare le regole che già ci sono visto che c’è tanta superficialità da parte della gente. La soglia di attenzione è alta, forse troppo alta psicologicamente, ma il distanziamento è fondamentale e ognuno deve impegnarsi e fare la sua parte. Tra l’altro con l’arrivo del maltempo saremo costretti a spostarci all’interno e lì la collaborazione dei clienti diventa vitale. In sostanza le disposizioni che già esistono vanno rispettate, sennò ci troveremo norme più stringenti che penalizzerebbero un po’ tutti. Noi in primis».
Per Paolo Marchini, titolare dell’Osteria del Pozzo nel centro di Ancona, serve assolutamente chiarezza nelle nuove disposizioni: «Noi abbiamo una trattoria vicino alla Movida ma gli orari sono consoni alla situazione. Se si dovesse parlare di chiusura anticipata vorrei capire bene a cosa si fa riferimento. Chiusura della cucina o chiusura del locale? Perchè le cose sono diverse e i dubbi sono tanti. Un conto che io non debba più far entrare nessuno e un conto che debba fare uscire la gente. Chiedo chiarezza e disposizioni precise che non lascino spazio alle diverse interpretazioni di ognuno».
Domenico Petitti, baluardo della vineria Bugigattolo di Via Traffico, solleva invece un problema alternativo che potrebbe venirsi a creare: «Questa stretta sulla movida a noi fa molta paura, soprattutto perchè in questi giorni si fa tanto terrorismo psicologico dietro al contesto attuale. Come si fa a pensare che dopo le 23, anche con i locali chiusi, non ci saranno assembramenti. La gente sarà per strada o si ritroverà nelle case. Si rischia di togliere un problema e di metterne un altro. Per ora le associazioni di categoria ci hanno garantito che non ci saranno restrizioni significative ma potrebbe essere il prossimo step in futuro se le cose non dovessero cambiare».