ANCONA – Area marina protetta, riformulato il quesito referendario. A farlo sapere, in un comunicato stampa divulgato il 15 settembre, è il Comitato promotore per il referendum sull’Area marina protetta del Conero. Dopo la bocciatura di qualche settimana fa da parte della Commissione consiliare, insediatasi con notevole ritardo, il Comitato ambientalista sottopone un nuovo quesito al Comune.
Nessun passo indietro, dunque, da parte degli ambientalisti, che perseverano nell’intento di tutelare l’ecosistema marino della Riviera e quello naturalistico del Parco regionale del Conero. «Chiediamo il parere preliminare sulla riformulazione del quesito» rilanciano.
Era il 2 settembre quando il Comune bocciò il quesito referendario (presentato il 17 maggio) e in quell’occasione Roberto Picciafuoco, dal Comitato, aveva annunciato a Centropagina.it la possibilità di compiere ulteriori passi: «Valuteremo insieme» aveva detto. E così è stato.
Tuttavia, il nuovo quesito non è quello proposto dalla Commissione consiliare, ma «una via intermedia tra quello originario e la proposta del Comune di inizio settembre» evidenzia Picciafuoco. «Era assurdo recepire interamente quanto formulava il Comune nella propria proposta di quesito». Proposta, quella comunale, che, infatti, oltre a bocciare il quesito per «mancanza di chiarezza, comprensibilità e intelligibilità, si limitava a citare un elenco di possibili divieti, omettendo di esplicitare quanto previsto dalla legge, ossia che l’applicazione ed eventuale deroga dei suddetti divieti è disciplinata da un apposito regolamento che, ad oggi, non è ancora definito né definibile».
L’Area marina, che si estenderebbe dall’ascensore del Passetto allo scoglio della Vela di Portonovo, non impedirà la navigazione, ma sono soltanto «previste boe di ancoraggio tali da non rovinare il fondale con le ancore. Esistono solo alcune restrizioni come la velocità di navigazione, mentre è escluso l’uso delle moto d’acqua». Per i pescatori non professionali, la pesca dei mitili (come i moscioli) continuerà con le attuali prescrizioni nazionali (limite di 3 chili). Altra notizia falsa (da sfatare) è che con l’istituzione di questa sorta di tutela ambientale non si potrà più fare il bagno: tuffarsi sarà ancora consentito, così come immergersi. «Inoltre, i diving locali sono autorizzati a fare da guida e contribuiscono alla custodia del mare».
La nebulosità dei regolamenti sui referendum comunali lascia ora presagire la possibilità di una nuova convocazione della Commissione consiliare. «Ma è pure possibile – sottolinea Picciafuoco – che sia il sindaco a doversi esprimere in consiglio comunale. Certo è – conclude – che noi ci aspettiamo una risposta dagli organi competenti».