Ancona-Osimo

Ocean Hackaton 2020, Tozzi: «Dobbiamo far capire il metodo scientifico»

Il celebre geologo ha parlato di inquinamento marino ma anche dell'importanza di sensibilizzare su temi caldi come la plastica. Importante per un ricercatore è la comunicazione

Mario Tozzi
Il geologo Mario Tozzi (Foto Expo2015)

ANCONA- Nel corso della presentazione di Ocean Hackaton 2020, l’ambiziosa maratona di 48 ore volta alla decodificazione del mare che si svolgerà ad Ancona e in altre sedici città del mondo, uno degli interventi più significativi è stato quello del geologo, saggista e divulgatore scientifico Mario Tozzi: «Giusto parlare di mari e oceani ma occhio anche alla comunicazione. Questo è un aspetto fondamentale per ricercatori e scienziati che hanno grandissima difficoltà nel far passare i messaggi che arrivano dalla comunità scientifica».

In particolare: «Dobbiamo far capire come funziona il metodo scientifico, questa è la vera sfida. Ci sono spesso opinioni discordanti, alcune superflue quando si analizza un problema. Gli argomenti fisici hanno una ricaduta sociale molto forte e i fenomeni fanno paura tanto che spesso le persone si rifugiano nel mondo magico delle congetture». Parlando, invece, del tema dell’inquinamento marino, Tozzi spiega la sua visione.

«Bisognerebbe intervenire sia sugli idrocarburi sia sugli altri inquinanti. Da non trascurare c’è anche il fenomeno dell’overfishing, la sovrapesca industriale. Ci illudiamo che i pesci ci siano sempre perchè li vediamo sulle nostre tavole ma non è così. L’80-90% degli stock ittici ha subito perdite rilevanti, quasi irreversibili per certi versi. Si paga l’assenza di azioni determinate a riguardo». Un pensiero conclusivo va anche alla plastica, altro problema che coinvolge più o meno direttamente il mare.

«La plastica e la microplastica depositate in mare sono causa della scomparsa di molte specie di animali marini. Dobbiamo sensibilizzare la popolazione su questi temi, per farlo possiamo utilizzare i mezzi più svariati. Anche la musica se dovesse servire».