CUPRAMONTANA – Voci sovrannaturali lo avevano spinto ad uccidere il figlioletto di appena 5 anni, soffocato in auto, con le sue stesse mani. A due anni dal delitto di via Bonanni è stato prosciolto oggi (15 gennaio) dall’accusa di omicidio volontario aggravato Besart Imeri, il macedone di 27 anni accusato della morte di Hamid avvenuta il 4 gennaio del 2018.
La Corte d’Assise di Appello, a cui era ricorsa il suo legale, l’avvocato Raffaele Sebastianelli, dopo la condanna a 12 anni in primo grado, ha assolto l’ex operaio perché totalmente incapace di intendere e di volere al momento del fatto. A dirlo è stata una perizia che la corte aveva affidato allo psichiatra Renato Ariatti che ieri ha relazionato in udienza prima che i giudici si ritirassero in camera di consiglio.
Il bambino era salito a bordo dell’auto del padre, parcheggiata poco lontano da casa, quando è morto soffocato per mano del genitore che durante il primo interrogatorio aveva parlato di una forza soprannaturale che lo aveva spinto ad uccidere il figlio. Stando al medico Ariatti, Imeri è affetto da un grave delirio psicotico mistico religioso che gli fa alterare la realtà senza rendersi conto delle sue azioni. La stessa diagnosi che era stata fatta per Luca Giustini, il papà di Collemarino che nell’estate 2015 uccise la figlioletta nella culla, a coltellate.
La Corte di Assise di Appello ha stabilito anche il trasferimento per Imeri dal carcere di Montacuto, dove era recluso dal giorno dell’arresto, ad una struttura psichiatrica di cura per almeno 10 anni perché il macedone è socialmente pericoloso.