ANCONA – L’orario della morte del 53enne chiaravallese Giancarlo Sartini, ucciso a colpi di spranga la notte tra il 26 e il 27 dicembre 2015, potrebbe essere avvenuta dalle sei alle otto ore prima di quelle accertate dai consulenti e dai medici legali nell’udienza di primo grado. È quanto emerso oggi nell’udienza in Corte d’Appello dove si è riaperta l’istruttoria dopo l’assoluzione in primo grado, avvenuta a maggio 2016, per l’indagato del delitto avvenuto in via Circonvallazione, il romeno 24enne Nica Cornel, vicino di casa della vittima. Era stata la procura a ricorrere in appello.
Il perito Cristian D’Ovidio, incaricato dal gip, ha allargato il range dell’orario ipotetico della morte del chiaravallese inizialmente individuata tra le 23,04 e le 23,44 con un massimo di orario fino all’1.30. Questo intervallo di orario è stato determinato guardando una foto foto relativa al cadavere, fatta insieme ad altre in sede di autopsia e che presenterebbe della macchie ipostatiche, generate dalla pressione avvenuta sulla pelle dell’uomo, che farebbero risalire il decesso tra le sei e le otto ore prima di quanto accertato in precedenza anche dai consulenti della difesa, il medico legale Adriano Tagliabracci, e della procura, Raffaele Giorgetti. Il corpo era stato scoperto la mattina attorno alle 9, dalla sorella dell’uomo.
Secondo gli avvocati della parente del 53enne che si costituita parte civile nel processo di primo grado, i legali Simona Cognini e Matteo Catalani, questa rivalutazione potrebbe rimettere in discussione l’estraneità del giovane al delitto. Il romeno ha un alibi di ferro perché è stato già dimostrato, nel processo che poi lo ha assolto, che nell’orario della morte di Sartini era in compagnia di una prostituta.
Per l’avvocato del 24enne, Marina Magistrelli, le sei o otto ore di differenza non significano nulla perché il giovane è stato in compagnia della prostituta fino alle 3 passate. Inoltre, stando sempre all’avvocato della difesa, in precedenza era stata data importanza alla temperatura corporea per risalire all’orario del decesso. La discussione è stata rimandata al 28 marzo.
In primo il pm Paolo Gubinelli aveva chiesto 16 anni per il romeno poi assolto in primo grado dal giudice Paola Moscaroli. L’indagine era partita da delle intercettazioni telefoniche dove era emerso che il giovane, parlando con la madre, si sarebbe autoaccusato dell’omicidio di Sartini. Un punto poi smontato dalla difesa che era riuscita a dimostrare come quelle parole in realtà erano state solo un scherzo per provare la reazione della madre.