ANCONA – Smantellato traffico internazionale di droga con base nelle Marche. L’operazione antidroga, denominata ‘Doppio Gioco’, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e condotta dal comando provinciale della Guardia di finanza di Ancona con il supporto del servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata (Scico), dei reparti territoriali del corpo e delle polizie dell’Albania, del Belgio e della Spagna, ha portato in carcere 12 persone (nessun marchigiano), su ordinanza del Gip del Tribunale di Ancona, secondo l’accusa responsabili a vario titolo di appartenere a un’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale e allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Ventidue le persone denunciate e otto gli arresti in flagranza di reato. Il nome ‘Doppio Gioco’ per la presenza di un ex collaboratore di giustizia che secondo l’accusa gestiva la rete degli spacciatori. Oltre 100 i finanzieri del comando provinciale di Ancona impegnati nell’operazione. Delle 12 persone raggiunte dalla misura cautelare dell’arresto, 5 erano già in carcere, 2 sono italiani (non marchigiani), uno dei quali stando all’accusa sarebbe un ex collaboratore di giustizia, le altre 10 persone sono di nazionalità albanese, tra questi figurano i due fratelli ritenuti al vertice dell’organizzazione. Gli arresti sono avvenuti tra Belgio, Albania e Italia: due (i fratelli albanesi) a Porto Sant’Elpidio e gli altri tre tra Civitanova Marche, Frosinone e Fano.
L’operazione si è snodata tra le Marche e l’Europa: nella regione è stata condotta nelle province di Ancona, Fermo, Macerata, Pesaro-Urbino e Frosinone, mentre all’estero in Albania, Belgio e Spagna. L’indagine ha permesso di ricostruire traffici internazionali di droga che in poco più di due anni avrebbero, secondo l’accusa, movimentato circa 700 chili di stupefacente tra cocaina e hashish, per un valore sul mercato di circa 35 milioni di euro.
Le fiamme gialle hanno sequestrato 50 chili di cocaina purissima, 5 autovetture (del valore di circa 100mila euro), tre orologi di lusso tra cui due Rolex ed un Cartier, gioielli, una villa e tre appartamenti a Porto Sant’Elpidio, inoltre hanno chiesto il blocco dei conti correnti delle persone coinvolte. Il valore dei beni sequestrati ammonta a circa 1milione di euro.
Secondo l’accusa a capo dell’associazione a delinquere dedita allo spaccio, due fratelli albanesi. Le indagini hanno preso avvio da un’altra indagine del Gico (2020). Dall’osservazione sul territorio degli ultimi anelli della catena dello spaccio i finanzieri sono arrivati ai vertici dell’organizzazione. Tutto è partito da una cessione di droga avvenuta in un garage a Civitanova Marche e successivamente è stata ricostruita con il lavoro investigativo, una cessione di droga avvenuta anche nella piazza anconetana, più precisamente a Piazza Stamira.
Secondo l’accusa i soggetti coinvolti nel vasto traffico internazionale di droga con base nelle Marche svolgevano come attività di copertura lavori nell’edilizia e nel commercio di auto e usavano fra loro un linguaggio criptato per accordarsi sugli scambi di droga, basato su frutti, oggetti e colori: ad esempio un carico di cocaina da 1 chilo corrispondeva ad una fornitura di mele.
I sequestri di droga sono avvenuti tra Porto Sant’Elpidio, Civitanova Marche e Frosinone nel Lazio. Punto di snodo dell’organizzazione la cittadina tedesca di Acquisgrana dove avevano base, in un appartamento in affitto, due persone incensurate, le quali portavano la droga nelle Marche dal Nord Europa (Belgio e Olanda), da qui lo stupefacente veniva ceduto non solo nelle Marche, ma anche in altre regione italiane soprattutto del centro. Lo stupefacente veniva nascosto in auto, occultato in doppi fondi, nascosti tra il sedile posteriore e il bagagliaio dell’auto, un doppio fondo al quale si accedeva attraverso un meccanismo articolato, prima premendo più volte un tasto situato della parte anteriore dell’auto (in questo caso una Volvo) e poi premendo su una piccola fessura nello sportello, solo con questo doppio meccanismo si poteva accedere al vano nascosto.
Un doppio fondo che però non è sfuggito al cane dell’unità cinofila. Secondo l’accusa, la droga una volta giunta nelle Marche veniva distribuita agli spacciator sul territorio, i quali operavano abitualmente sulle piazze di Civitanova Marche, Fano, Ancona, Porto Sant’Elpidio.
«È stata un’attività investigativa straordinaria, che ha portato a un’operazione epocale condotta da uomini e donne della guardia di finanza, che ha permesso di disarticolare questa organizzazione di matrice albanese, affrancata dall’intervento di alcuni soggetti italiani, che riversava nelle Marche quintali di cocaina con centri e basi di interesse a Civitanova Marche e Porto Sant’Elpidio» ha detto il generale di brigata Alessandro Barbera, comandante regionale Marche della Guardia di finanza, parlando con i giornalisti.
«Un biennio di indagini per poter individuare corrieri – ha spiegato -, soggetti che organizzavano, basi logistiche e di intervenire in modo efficace e dirompente». Secondo il comandante Barbera il traffico internazionale di droga è «un argomento globalizzato» e «le organizzazioni criminali non hanno confini» per cui «le Marche non si possono ritenere indenni da certi appetiti e interessi». «Il nostro intervento è stato sicuramente efficace, perché ha permesso dal basso di risalire l’intera filiera – ha aggiunto -, fino ad arrivare ai vertici, che facevano partire la droga da Germania, Belgio e Olanda, punti di approdo di navi che arrivano dal Sudamerica». Le Marche «non sono indenni da certi circuiti – ha detto il generale Barbera – la criminalità è sempre più feroce e raffinata dal punto di vista tecnologico e organizzativo».
Il procuratore capo di Ancona Monica Garulli nel corso della conferenza stampa che si è tenuta alla Caserma Paolini ad Ancona nell’ambito della quale sono stati illustrati i dettagli dell’operazione, in un passaggio del suo intervento ha sottolineato che l’investigazione è stata condotta attraverso tecniche di indagine sofisticate, il profilo di transnazionalità del fenomeno e la cooperazione con le forze di polizia internazionali.
Il sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ancona Daniele Paci che ha seguito le indagini fin dall’inizio, ha spiegato che l’organizzazione di cui sono stati individuati gli ultimi anni di attività era attiva sul territorio da un decennio e si era infiltrata «anche nel tessuto economico della regione con attività economiche». Presenti alla conferenza stampa anche tenente colonnello Pierfrancesco Bertini comandante del gruppo investigazione criminalità organizzata del Nucleo di Polizia economico finanziaria di Ancona, il colonnello Ciro Castelli comandante del Nucleo di Polizia economico finanziaria di Ancona, il generale di brigata Carlo Vita comandante provinciale di Ancona, il colonnello Andrea Magliozzi vicecomandante operativo del servizio centrale investigazione criminalità organizzata.
Decine le perquisizioni condotte. Gli investigatori si sono avvalsi di moderne tecniche investigative, monitorando oltre 120 target attraverso intercettazioni telefoniche, Gps, video camere, analisi e decriptazioni telefoni, esami dei tabulati telefonici. Numerosi anche gli appostamenti delle fiamme gialle, durati per ore. Due i principali sequestri uno nel 2021 ad Ancona quando sono stati rinvenuti 17,1 chili di cocaina purissima nascosti nel doppio fondo di una Volvo. Lo stupefacente era confezionato in panetti da 1 chilo. L’altro sequestro nel gennaio 2022 a Porto Sant’Elpidio quando le fiamme gialle hanno trovato 21 chili di cocaina nascosti in una valigia nel bagagliaio. Secondo i finanzieri quella sventata era una delle più attive associazioni criminali nelle Marche.
Altri sequestri di stupefacente sono avvenuti a Civitanova Marche e a Frosinone (4,5 chili di cocaina). Le misure cautelari disposte verso le 12 persone hanno tenuto conto oltre che dell’attività tecnica anche delle testimonianze di alcuni arrestati in flagranza di reato dalle quali è stato ricostruito il traffico e la struttura dell’organizzazione.
(Servizio in aggiornamento)