ANCONA – Nella notte fra sabato 26 e domenica 27 ottobre ci sarà il passaggio dall’ora legale a quella solare. Le giornate diventeranno più corte e si dormirà un’ora in più, ma il cambio dell’ora potrebbe causare anche effetti sul sonno. Nonostante si tratti infatti soltanto di 60 minuti, molti di noi fanno fatica ad abituarsi rapidamente al cambiamento.
Massimo Bracci, ricercatore di Medicina del Lavoro dell’Università Politecnica delle Marche, quali sono gli effetti del cambio d’ora sul sonno?
«Stanchezza, perdita di concentrazione sul posto di lavoro, disturbi dell’umore. Il cambio dell’ora causa uno squilibrio rispetto al ritmo sonno-veglia di questi ultimi sei mesi. Se da un lato, si dormirà un’ora in più e chi è in debito di sonno troverà un po’ di ristoro, dall’altro lato il cambiamento può provocare uno stress per l’organismo, con difficoltà nell’addormentarsi e al risveglio. Inoltre il cambio dell’ora può determinare un risveglio anticipato rispetto al solito, che può portare a una stanchezza cronica, perché alla sera spesso non si ha sonno nell’orario in cui in realtà si dovrebbe andare a letto».
In che senso il cambio dell’ora può causare disturbi dell’umore?
«I disturbi di natura patologica, come depressione e bipolarismo, risentono notevolmente dei cicli circadiani, cioè dei cicli sonno-veglia. L’orario legale, agendo proprio sul ciclo sonno-veglia, sconvolge un po’ gli equilibri nei soggetti fragili».
Come affrontare, dunque, il cambiamento?
«Stando all’aperto, sopratttuo nelle ore centrali della giornata. Durante la pausa pranzo, piuttosto che rinchiudersi in un bar, meglio mangiare un panino in un parco. La luce solare infatti favorisce la secrezione di serotonina, un neurotrasmettitore che viene chiamato “ormone del buonumore”. Anche la secrezione di melatonina è influenzata dall’esposizione alla luce solare. Un altro consiglio importante è di rispettare gli orari dei pasti. Non bisogna cambiare le abitudini. Se finora una persona era abituata a pranzare alle 13, deve continuare a mangiare alle 13. Ciò aiuta ad adeguarsi velocemente al nuovo orario e riduce tutti gli squilibri dei neurotrasmettitori che possono portare alla depressione, all’alterazione del’umore e al malessere».
A partire dal 2020 ciascuno Stato membro dell’Ue potrà decidere o meno se abolire il passaggio da ora solare a ora legale e viceversa. Secondo lei qual è la soluzione migliore?
«Nonostante il cambiamento sia solo di un’ora e due volte all’anno, credo sia meglio non cambiare. È meglio avere lo stesso orario tutto l’anno. Ad esempio i benefici nel tenere attiva l’ora legale tutto l’anno sarebbero sia economici in quanto si risparmierebbe energia, sia legati all’umore perché i cambiamenti d’ora non aiutano le persone che ad esempio soffrono di depressione».
Su cosa si concentra la sua ricerca all’Univpm?
«Ci sono degli studi che hanno evidenziato una correlazione tra i tumori e le desincronizzazioni croniche, ad esempio dovute ai turni di lavoro. Ci sono persone che cambiano orari di lavoro ogni settimana. Quindi la nostra ricerca si focalizza sulle alterazioni dei cicli circadiani, legate agli orari dei turni di lavoro. In particolare è emersa una correlazione tra il lavorare di notte e lo sviluppo del carninoma alla mammella e noi studiamo i meccanismi che possono causare queste alterazioni, in modo da capire come fare prevenzione».