ANCONA – Il sindaco Daniele Silvetti e la giunta l’avevano promessa, l’ordinanza anti degrado è arrivata puntuale in data 31 agosto scorso e contiene disposizioni in materia di decoro e contrasto al degrado urbano nel centro abitato. L’atto riguarda diverse zone cittadine: Passetto alto e basso, piazza Roma e corso Garibaldi, piazza Cavour, piazza Pertini, corso Mazzini, piazza e corso Stamira, gli Archi e il Piano. In questi luoghi sarà vietato sdraiarsi, dormire e bivaccare continuamente per gran parte del giorno e della notte, sia sul suolo pubblico o ad uso pubblico o aperto al pubblico, sia sui gradini all’esterno degli edifici pubblici e privati, antistanti un’area pubblica o soggetta al pubblico passaggio, sia sulle aree verdi e sugli arredi urbani. Sarà inoltre vietato mangiare e bere occupando il suolo pubblico, aperto al pubblico o ad uso pubblico con alimenti, contenitori, sacchi e carte.
Sulle panchine pubbliche è consentito sedersi, bere e consumare alimenti adottando un comportamento consono al decoro pubblico e al senso civico, a condizione che questi arredi non siano imbrattati o ingombrati con alimenti, contenitori, sacchi, carte e quant’altro. I divieti sono validi a partire dalla data di pubblicazione dell’ordinanza, dunque dallo scorso 31 agosto 2023, fino al 31 ottobre 2023. L’inosservanza di quanto previsto sarà punita con una multa in denaro determinata tra 25 e 500 euro, salvo spese di notifica e altri oneri di legge, al netto dell’eventuale rilevanza penale per fatti che costituiscono reato, insieme con l’eventuale sanzione accessoria del sequestro amministrativo delle cose che possono formare oggetto di confisca ai sensi di legge.
Sulla questione è intervenuto il sindaco Daniele Silvetti specificando alcuni aspetti rilevanti che hanno ispirato l’ordinanza: «Ancona è una città accogliente e lo abbiamo dimostrato quando in questi ultimi mesi abbiamo fatto sbarcare i profughi e li abbiamo messi in condizione di avere la massima e totale assistenza. È una città che tende la mano e che ha una grande attenzione verso i più poveri, lo dimostra il fatto che con i servizi sociali manteniamo sempre e comunque un’asticella molto alta. È chiaro che però vogliamo il rispetto delle regole. Non possiamo che pretenderlo. Ad alcuni profughi viene offerta la possibilità di avere un tetto e una sistemazione e invece decidono di aggirare questa disponibilità per tornare a dormire sotto il cielo stellato: è una loro scelta, ma non possiamo condividerla. Massima attenzione e disponibilità, certi approcci devono essere di buon senso, non ideologici, pratici, lucidi, è con questo che si fa accoglienza, non con la demagogia o con certi preconcetti. Ancona, al di là di chi la amministra, è sempre stata una città accogliente, disponibile e aperta, che crea ponti e non muri. Le ordinanze servono solo per dare regole certe a tutti, italiani e non italiani. Va da sé che si tratta di un’ordinanza destinata a poche persone, il disagio sociale è proprio di tutte le città, noi cerchiamo di mantenerlo entro una soglia accettabile».