OSIMO – Un anno fa come oggi (11 ottobre) Osimo rimaneva sconvolta dall’omicidio di Ilaria Maiorano, mamma 41enne morta nella sua casa di Passatempo. Il giudice Alberto Pallucchini a fine settembre ha rinviato a giudizio il marito Tarik El Ghaddassi, marocchino di 42 anni. Il fratello Daniele e la mamma Silvana hanno scritto una lettera indirizzata alla carissima scomparsa, chiedendo giustizia.
La lettera
La lettera recita così: «Oggi è il primo anniversario della tua morte. Ci manchi moltissimo, dacci la forza a me e mamma per affrontare questo brutto momento che stiamo attraversando. Almeno prima ci vedevamo anche se poco infatti venivi una volta a settimana per un’ora con le bambine ma non dipendeva da te ma almeno ci vedevamo. Adesso non ci possiamo più vedere e questo ci addolora tantissimo. Poi oltre alla grande sofferenza della tua perdita non ci fanno vedere neanche le nostre care nipotine e questa è una situazione bruttissima che non auguriamo a nessuno. Tu non meritavi di fare questa brutta fine, morire massacrata di botte da tuo marito. Io e mamma non lo perdoneremo mai per quello che ha fatto, deve avere l’ergastolo, il massimo della pena. Noi veniamo sempre a farti visita al cimitero, in questo modo ti sentiamo vicino, puliamo la tua tomba, portiamo i fiori freschi, diciamo le preghiere, accarezziamo la tua foto, ormai solo questo ci è rimasto di fare. Purtroppo non sapevamo della tua brutta situazione, non ci dicevi mai niente per non farci preoccupare e poi a casa tua non ci era mai permesso di venire. Non potevamo venire neanche alle feste di compleanno delle bimbe, non eravamo invitati, potevamo vedere solo i video che ci mandavi. Potevamo solo fare i regali che venivate voi a prendere a casa. Chi sapeva doveva intervenire e aiutare te e le bimbe e mettervi in salvo e avvertire anche noi. Ora vogliamo giustizia e sapere la verità del caso. Ti pensiamo sempre».
El Ghaddassi andrà a processo a dicembre per il reato contestato dall’accusa e con tutte le aggravanti che prevedono una pena da ergastolo. L’imputato, che è in carcere dal giorno del delitto, lo aspetterà ancora da recluso nel carcere di Montacuto.