OSIMO – Si è svolta stamattina (3 febbraio) nel cimitero di San Paterniano a Osimo, la cerimonia di tumulazione in ricordo dei soldati tedeschi caduti a luglio del 1944 nella battaglia “Quota 360-Monte della Crescia” a San Paterniano, una battaglia strategica per la liberazione della città e del porto di Ancona. «Questa iniziativa, raccolta dall’Amministrazione comunale, è stata suggerita dal maestro Carlo Gobbi, grande cultore di questa pagina di storia osimana – ha detto il sindaco Simone Pugnaloni -. E’ stato un momento pieno di significato e di invito alla riflessione. Dimenticare il passato vuol dire non avere piena coscienza del presente. Abbiamo svolto una cerimonia per conferire una degna sepoltura a sette soldati tedeschi morti in battaglia in zona nel 1944, quando forse avranno anche combattuto contro la loro volontà, perché sotto regime o si ascolta il capo o si rischia una brutta fine. Grazie al professor Gobbi che è cultore di questo spaccato di storia e che ci ha invitato a organizzare l’anno scorso un momento di ricordo di quella battaglia a San Paterniano, ai piedi del Monte della Crescia, con Paolo Mieli e l’ambasciatrice polacca. Oggi coroniamo un altro suo sogno, un tratto della storia della nostra città e della sua liberazione dal nazifascismo. E’ stato momento, oggi, anche per ricordarci che morire in guerra è sempre sbagliato e che nel mondo si deve lavorare per la pace, nessuno dei presenti alla cerimonia di sepoltura ha vissuto in prima persona quei momenti così drammatici, se non il professor Gobbi che ha 91 anni, lo ringraziamo di cuore per averci spronato, così come la Osimo Servizi per il bel lavoro che ha svolto e la soluzione trovata».
Sono stati messi in un’urna cineraria i resti dei sette soldati tedeschi mentre in un’altra i resti di cittadini italiani che morirono di tubercolosi all’ex ospedale Muzio Gallo e anche loro lasciati per decenni in sacchi dentro la chiesetta del cimitero di San Paterniano ed ora finalmente sepolti con dignità. Presenti alcuni assessori, il professor Gobbi accompagnato dai famigliari, il presidente dell’Anpi Osimo Nicolò Duranti e il parroco di San Paterniano e Casenuove don Luigi Filipponi che ha svolto una benedizione prima della sepoltura.
L’insegnante di generazioni osimane e appassionato studioso di storia si era anche rivolto al console polacco di Ancona anni fa e al sindaco di Osimo per dare degna sepoltura a quei resti, disse allora confermandolo anche oggi, di soldati morti in territorio di San Paterniano nel periodo che va dal primo al 17 luglio 1944. Alcuni furono sepolti a Loreto. Dopo la segnalazione di Gobbi, dal Comune erano partite le ricerche che avevano portato alla conclusione che non c’erano evidenze che quelle ossa appartenessero a soldati, oltretutto non rivendicati, ma solo a civili morti di tbc. Il luogo adibito era “consono” dunque alla loro conservazione. Il professore aveva smentito però: anche nel suo libro raccontava il passaggio del fronte tra San Paterniano di Osimo e Offagna e lo scontro cruento tra le truppe tedesche e quelle polacche attraverso le immagini e le parole del diario di un sacerdote. Una pagina di storia approfondita e accertata che ha trovato corrispondenza con lo studio del professore solo da poco.