OSIMO – Nel pomeriggio di lunedì (23 ottobre), nel centro storico e nelle periferie di Osimo, è stato effettuato il terzo dei servizi ad alto impatto disposti per il mese di ottobre, a presidio costante dell’ordine e della sicurezza pubblica, dal questore della Provincia di Ancona Cesare Capocasa d’intesa con il prefetto Darco Pellos in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Gli operatori della Polizia di Stato del Commissariato di pubblica sicurezza cittadino, assieme a due pattuglie del Reparto prevenzione crimine “Umbria-Marche”, a tre pattuglie dei militari della Compagnia Carabinieri, ad una unità operativa della Guardia di Finanza e ad una della Polizia Provinciale, hanno proceduto a un controllo del territorio interforze, per impedire che venissero commessi reati predatori a danni di abitazioni, fabbriche ed esercizi commerciali e per evitare eventuali episodi di spaccio di sostanze stupefacenti, cioè prevenire qualunque altro fatto penalmente rilevante occorso durante l’attività. Il dispositivo dispiegato nelle vie e piazze principali, così come nelle frazioni, ha previsto otto posti di controllo, il monitoraggio di quattro esercizi pubblici, trovati in regola con le licenze, l’identificazione di 128 persone, di cui 22 pregiudicati (uno dei quali segnalato all’autorità giudiziaria per violazione delle prescrizioni imposte in sede di espiazione di misura alternativa alla detenzione) e il controllo di 56 veicoli.
La serrata
Un’attività ha serrato i battenti per qualche giorno ma su provvedimento della Guardia di finanza. Sarebbe stata contestata la manomissione del registratore di cassa da parte dell’esercente osimano e l’emissione di scontrini fiscali: dal negozio infatti avrebbero alterato il corrispettivo di cassa giornaliero battendo ricevute non valide ai fini fiscali o fatte passare per un errore di vendita, motivo che è costato la sospensione dell’attività per una decina di giorni almeno. La manomissione, che secondo i finanzieri sarebbe stata intenzionale, sarebbe avvenuta solo in caso di pagamento con contanti da parte dell’ignaro cliente.