OSIMO – Si è tenuta stamattina (1 luglio) la cerimonia di insediamento del neo sindaco di Osimo Francesco Pirani in Comune. La consegna delle chiavi in municipio è avvenuta davanti al portone di ingresso dalle mani dell’uscente Simone Pugnaloni.
Il discorso del sindaco
«Il sentimento che in questo momento traspare più degli altri, e immagino e voglio che sia così visibile, è quello dell’emozione perché comunque è stato un anello importante arrivare fino ad oggi, un percorso importante, cosa che cinque mesi fa neanche immaginavo, quindi c’è un condensato di emozioni che mi porta a riflettere su tante cose ed essere molto sul pezzo, come si suol dire, per quello che avremo davanti e, dico, avremo nei prossimi cinque anni – ha detto -. Penso che possiate immaginare la mia nottata. Sento veramente questa giornata come il primo giorno di scuola e questo mi rende ancora, come dicevo prima, più responsabile, più impegnato per i compiti che avrò e che avremo da fare».
Poi ha giocato su una simbologia: «Ho chiuso un anello. E’ una strana coincidenza quella degli anelli perché la mia vita è piena di anelli. Professionalmente costruisco molle, la molla nient’altro è che un anello sovrapposto l’uno all’altro. L’elezione a sindaco è un anello che si è chiuso dandoci la possibilità di mettere in atto le nostre idee per cambiare la nostra città. Un altro anello della mia vita importante l’ho aperto il 16 agosto 2018 quando sono partito per un grande regalo che mi sono dato nella mia vita. Sono partito a piedi da casa mia, sono andato a dormire alle Due Sorelle in tenda e dal mare Adriatico sono arrivato a piedi da solo con la tenda a Santiago de Compostela. Sono stato via 80 giorni, ho fatto tremila chilometri, da solo, scegliendo giorno dopo giorno che strada fare, scegliendo la compagnia, spesse volte di nessuno perché non c’erano tante persone a camminare accanto a me, ma quando ho incontrato delle persone, ho condiviso con loro il cammino, ci siamo poi salutati, ci siamo rivisti, ci siamo scritti, con alcuni non ci sono stati più altri contatti, ma sono rimasti comunque sempre nel mio cuore. La bellezza di quel cammino è stata uno principalmente, scegliere giorno per giorno la strada da fare, in assoluta libertà. Se hai la bici sei libero fino a un certo punto ma se sei a piedi e se sei da solo disponi della proprietà della tua vita e del tuo futuro ed è stata una sensazione bellissima che mi porto dentro e che mi porterò sempre dentro. Anche in quel caso ho dovuto chiudere degli anelli con la mia vita, dei timori, delle paure che avevo perché comunque partire da soli ed affrontare un percorso così lungo ti mette a nudo, ti obbliga a confrontarti, ti trovi davanti dei problemi, perdi la strada, non sai dove mangiare, non sai cosa mangiare, non sai dove dormire ma sai che dentro di te hai tutti gli strumenti per poter andare avanti e per poter arrivare all’obiettivo sono stati tre mesi importantissimi nella mia vita che mi hanno permesso di crescere, di rafforzarmi e di portare a compimento degli anelli miei personali, dei cerchi miei che erano rimasti incompleti. Mi piace ricordare l’arrivo di nuovo a casa il 2 novembre, il giorno del compleanno di mio padre che non c’è più ma che probabilmente invece c’è in una giornata come oggi perché da lui ho preso tanto, tantissimo per quanto riguarda l’insegnamento, l’onestà e la serietà nella vita. Grazie Eugenio. sono quindi rientrato a casa il giorno del compleanno di mio padre e da lì sono partite. Un altro anello ora si chiude perché la mia missione è stare a palazzo. In azienda ci saranno i miei due figli. Questa fascia tricolore indossatela con me per i prossimi cinque anni».