OSIMO – Era il 31 maggio del 2018 quando un post era stato scritto a commento di uno sfogo che la mamma di un bambino di 4 anni aveva fatto sul proprio profilo Facebook dopo la condanna ad otto mesi (presi in abbreviato) per una maestra accusata di abuso di mezzi di correzione. A farlo era stata un’altra mamma riguardo una vicenda che nella primavera del 2011 sconvolse tutta la Valmusone. «Complimenti preside, complimenti maestre, omertosi vili complici. La ruota gira, l’anima e la coscienza sussurrano, urlano. Complimenti preside, maestre e genitori omertosi, vili codardi», il testo. Si trattava del caso di due bambini dell’asilo dell’istituto comprensivo “Caio Giulio Cesare” di Osimo maltrattati da una insegnante che poi è stata condannata in tre gradi di giudizio e allontanata dalla scuola.
Il genitore di una delle vittime aveva scritto su Facebook: «Condannata a otto mesi ma non farai neanche un giorno. Non importa. Io volevo solo sentire la parola colpevole. Colpevole di aver strattonato, sculacciato, sbattuto la testa sul tavolino, preso la corda intimando di legarli. Di aver chiamato due bambini di quattro anni delinquenti, voi e i vostri genitori che dovrebbero andare in galera. Queste colpe però ce le hanno anche le altre maestre che non mi hanno mai detto niente anche se sapevano tutto e che anzi mi dicevano che ero matta io. E poi ci sei tu, il preside, che per salvaguardare il buon nome della scuola sapeva tutto ma ha fatto in modo di mettere tutto a tacere». Tanti i commenti sotto, due dei quali ritenuti molto offensivi dal preside tirato in ballo, il dirigente Fabio Radicioni, ancora oggi alla guida dell’istituto comprensivo “Caio Giulio Cesare”. Per questo due mamme osimane, estranee ai maltrattamenti, sono finite a processo per diffamazione. Sono difese dall’avvocato Fabrizio Naspi. Davanti alla giudice Tiziana Fancello al tribunale di Ancona, dove si è aperto il dibattimento, è stato sentito il preside, parte civile con l’avvocato Antonino Osimani.