OSIMO – Grande interesse a livello internazionale ma con al centro sempre le origini e i luoghi del cuore che hanno fatto da trampolino di lancio per un percorso artistico di successo. Il cantautore anconetano Stefano Spazzi con i suoi brani continua a regalare emozioni e lo farà anche in questa ultima parte di estate 2023. “Ancona Beat” è solo uno dei suoi brani più noti, brano che lo stesso Spazzi canterà davanti al pubblico di Osimo: alle 21 di sabato 26 agosto in piazza Boccolino sarà protagonista di “Onde Beat ’23”. Assieme a lui sul palco saranno protagonisti Gene Guglielmi e il gruppo Avanzi di Balera Modenesi, con questi ultimi che faranno coppia con Spazzi anche nei due successivi appuntamenti che vedranno protagonista il cantautore. Nel corso degli anni è divenuto un punto di riferimento in ambito musicale tanto a livello nazionale quanto fuori dai confini italiani, come dimostra il successo ottenuto dalla sua “Le luci di New York”, composizione eseguita anche dal maestro Vince Tempera negli Stati Uniti e che è valsa a Spazzi due Awards. Un’estate ricca di appuntamenti che porterà il compositore marchigiano anche in Emilia: sabato 2 settembre Spazzi dalle 16.30 sarà nella splendida location di piazza Maggiore a Bologna sul palco della manifestazione “Hey Joe – Bologna canta” mentre dalle 21 farà entusiasmare il pubblico della settima edizione del “Modena Beat Festival” in programma a Villa Freni.
Le parole di Spazzi
«Tra fine agosto e inizio settembre sono in programma questi tre importanti eventi per tutti coloro che amano la musica anni Ottanta, con la presenza anche degli Avanzi di Balera e delle Scimmie, primo complesso femminile beat in Italia, nato a Modena, città che ospiterà il “Modena Beat Festival” con la presentazione affidata al conduttore e musicista britannico Rick Hutton, volto noto anche nel panorama musicale televisivo italiano – sottolinea Spazzi -. Ho cominciato ad avere a che fare con la musica molto presto, immaginandoci in modo confuso il mio futuro. Erano gli anni Ottanta. A differenza di chi come me ci provava, non mi sono proposto con cover ma con pezzi miei. Un percorso difficile. Nei Novanta ho fatto un provino con la Rca di Roma e poi è partito tutto, ho suonato in Francia, in Italia ho avviato la collaborazione con Guglielmi, padre del cantautorato beat, e iniziato quella con gli Stati Uniti. Il successo di “Le luci di New York” mi è scoppiato tra le mani, è diventata addirittura simbolo della cultura italo-americana nella Grande Mela. Mi ha portato molta fortuna. C’è stata molta attenzione per quello che facevo all’estero, lì in particolare, come si sa, tutto sembra possibile. La comunità italiana in loco si aspettava forse la tradizione in chiave moderna che proponevo. Ai giovani oggi, a quelli che inseguono i sogni, dico di non mollare mai, nonostante le porte in faccia. Ne ho avute anche io ma sono andato avanti buttandomi a capofitto nel lavoro e insistendo con studio e professionalità».