ANCONA – Rivoluzione al blocco operatorio degli Ospedali Riuniti di Ancona: saranno realizzate due sale operatorie ibride. La direzione aziendale ha pubblicato in data 9 aprile la determina che apre la strada alla gara d’appalto, per la realizzazione dell’opera. Un’operazione da oltre 7 milioni di euro finanziata dalla Regione Marche che verrà realizzata tramite un accordo quadro con l’impresa che si aggiudicherà l’affidamento dei lavori.
Una importante novità dal momento che in Italia ce ne sono ancora pochissime e che sull’Adriatico c’è solo quella di San Giovanni Rotondo.
Si tratta di sale operatorie ad altissima tecnologia dotate di sistemi diagnostici (Tac) che danno ulteriore impulso agli interventi mininvasivi e quindi meno traumatici.
I chirurghi potranno intervenire sul paziente tramite cateterismo o endoscopismo praticando piccole incisioni. All’interno della stressa sala operatoria i chirurghi avranno la possibilità di verificare passo passo l’andamento dell’intervento senza dover spostare il paziente da una stanza all’altra stanza e di adeguare l’operazione sulla base dell’evoluzione del quadro clinico potendo anche controllare l’esito dell’intervento in tempo reale. Una maggiore precisione nell’esecuzione della tecnica chirurgica che garantirà ai pazienti più sicurezza, riduzione delle complicanze e tempi di recupero più rapidi.
«Parte la rivoluzione culturale dell’ibridazione – ha commentato il direttore generale degli Ospedali Riuniti di Ancona, Michele Caporossi – una nuova frontiera della medicina e uno storico cambio di paradigma che crea una contaminazione diretta tra varie discipline per mettere al centro il paziente. Nella stessa sala potranno essere realizzati sia interventi di emergenza-urgenza sia programmati. Realizzare due sale ibride significa garantire al territorio dotazioni all’altezza del fabbisogno regionale. Si tratta di un investimento molto corposo, fortemente voluto dalla Regione Marche che ne ha compreso pienamente l’importanza strategica».
Le due sale operatorie ibride saranno realizzate all’interno del blocco operatorio di Torrette e secondo le intenzioni del direttore generale dovranno essere pronte entro fine anno o al massimo entro i primi mesi del 2020. Al più presto partirà la gara d’appalto per iniziare i lavori di rimodernamento del blocco operatorio, risalente al 2004.
Oltre alla chirurgia tradizionale, nelle due sale ibride potranno essere realizzati interventi a cuore aperto con circolazione extracorporea, chirurgia mininvasiva, transcatetere, angioplastica percutanea, emodinamica-cardiologia interventistica oppure potranno essere posizionati dei devices chirurgici come defibrillatori per trattare patologie come lo scompenso cardiaco o le aritmie.
«Le sale ibride – sottolinea Michele Caporossi – saranno un ulteriore valore aggiunto per un ospedale dotato di equipes di professionisti affiatate ed eccellenti, che già oggi ci hanno portato ai vertici dell’alta specialità cardiovascolare italiana ed europea».
Oltre alla emodinamica, struttura dipartimentale attualmente guidata dal direttore del Lancisi, il dottor Gian Piero Perna, le equipe chirurgiche coinvolte sono quella di Cardiochirurgia del professor Marco Di Eusanio, di Chirurgia Vascolare del dottor Luciano Carbonari e di Cardiologia e Aritmologia del professor Alessandro Capucci.
In futuro le due sale ibride potranno anche essere attrezzate per eseguire interventi di chirurgia toracica, ortopedica e neurochirurgia.
«La collaborazione stretta tra emodinamica e altre discipline, come la cardiologia, la cardiochirurgia, la chirurgia vascolare e l’elettrofisiologia – sottolinea il direttore generale – è stata la componente fondamentale dei successi per la salute dei cittadini conseguiti dall’Ospedale Cardiologico Lancisi. Questa tradizione, ormai cinquantennale, trarrà linfa vitale anche attraverso le sale ibride. Ricordo che fra le prime emodinamiche italiane c’era il Lancisi con nomi illustri che hanno segnato la storia della cardiologia come il dottor Inglese e il dottor Piva».
Una rivoluzione culturale e strutturale, come spiega Caporossi, che si aggiunge «alle sale di day surgery multidisciplinari che saranno realizzate al sesto piano e che permetteranno di eseguire in breve tempo migliaia di interventi alleggerendo il blocco operatorio maggiore», la cui gara per l’acquisto delle attrezzature è già in corso.