ANCONA – Il sindaco di Cingoli Filippo Saltamartini sta proseguendo la sua battaglia sulla questione dell’Ospedale cittadino, escluso dallo status di “area disagiata” sulla base del Piano Socio Sanitario regionale adottato dalla giunta regionale che ha riconosciuto questa condizione solo ai comuni di Amandola e Pergola. Da nove giorni, primo cittadino, esponenti della giunta e un gruppo di cittadini, cercano di tenere alta l’attenzione sul tema, manifestando con un camper davanti a Palazzo Raffaello. Obiettivo: «Seguire l’iter di approvazione di questo provvedimento gravemente dannoso per gli interessi della comunità – spiega il primo cittadino -. Il decreto Balduzzi del 2015 prevedeva che gli ospedali montani con distanza superiore ad un’ora dagli ospedali con pronto soccorso avessero diritto ad avere un pronto soccorso. La Regione ce lo sta negando e noi siamo qui per rivendicare i nostri diritti».
Un’attività rivendicativa iniziata il 2 febbraio scorso quando il sindaco aveva scaricato un camion di neve davanti alla Regione proprio per testimoniare disagi e criticità affrontati dal Comune che rientra nelle aree danneggiate dal sisma del 2016.
Una protesta in difesa del diritto alla salute dei suoi cittadini che il sindaco promette proseguirà finché non verrà riconosciuto lo status di unico ospedale montano nelle Marche, e annuncia che nei comuni del bacino del Monte San Vicino, Cingoli, Apiro e Poggio San Vicino è in atto una raccolta di firme e ed è in previsione l’organizzazione di una ulteriore mobilitazione davanti alla Regione Marche. «Se non dovessero ascoltarci – spiega – a quel punto scatterà l’obbligo di impugnare il provvedimento davanti ai giudici».
Intanto il provvedimento è stato calendarizzato in commissione sanità nei prossimi giorni e il presidente della IV Commissione Sanità regionale, Fabrizio Volpini, ha annunciato che intende audire i rappresentanti dei comuni con le loro ragioni. Speriamo non si arrivi a un conflitto con la Regione Marche – ha detto Saltamartini – perché queste rivendicazioni sono assolutamente ragionevoli». Il primo cittadino rivolgendosi a Ceriscioli ricorda che le Marche nel 2018 hanno ricevuto un aumento del budget sanitario di 3miliardi e 50milioni di euro «non capiamo – ha concluso – perché dobbiamo potare le comunità montane peraltro di comuni che sono nel sistema della ricostruzione dato che appartengono all’area cratere».