ANCONA – Undici vite salvate dalla morte per aritmia ventricolare grazie alla tecnica dell’ablazione cardiaca epicardica eseguita agli Ospedali Riuniti di Ancona. L’innovativa metodica, presente solo in pochissimi centri italiani, quasi esclusivamente nel nord del Paese, conferma la cardiologia dorica ai vertici del panorama sanitario nazionale.
A mettere a segno questo importante risultato della Clinica di Cardiologia del Lancisi, diretta dal primario Capucci, è stato il professor associato dell’Università Politecnica delle Marche e dirigente medico della Sod, Antonio Dello Russo, arrivato ad Ancona il 3 giugno scorso dal Centro Cardiologico Monzino. All’ospedale regionale, come in quello di Fabriano, veniva eseguita già da anni la tecnica dell’ablazione per curare la fibrillazione atriale, ma ora con la nuova metodica le Marche sono finalmente dotate di tutti le più avanzate tecniche presenti nel panorama sanitario mondiale.
L’importante risultato è stato presentato la mattina del 25 settembre a Torrette alla presenza del direttore generale degli Ospedali Riuniti di Ancona, Michele Caporossi, del presidente regionale Luca Ceriscioli, del rettore dell’Università Politecnica delle Marche Sauro Longhi, del presidente della IV Commissione Sanità regionale Fabrizio Volpini, del primario della Clinica di Cardiologia e Aritmologia dell’Università Politecnica delle Marche Alessandro Capucci, del direttore della Cardiochirurgia Marco Di Eusanio, del direttore della Cardioanestesia Christofer Munch, del dottor Federico Guerra della Cardiologia Clinica e Aritmologia.
«L’indice di complessità del Lancisi è cresciuto considerevolmente in questi tre anni – ha commentato il direttore generale degli Ospedali Riuniti di Ancona, Michele Caporossi – passando dal 2,1% a 2,4%, la riprova tecnica dell’investimento possente nell’hub marchigiano in questi anni. Sono molto soddisfatto delle parole del governatore Luca Ceriscioli che ha confermato la volontà dell’amministrazione regionale di continuare a investire nel nostro ospedale attraverso la dotazione delle risorse necessarie per potenziare la nostra offerta di servizi di alta specializzazione. Questo è anche l’unico modo per migliorare l’indice di mobilità dei pazienti marchigiani. Concentrare le risorse significa che il sistema risparmia e offre la migliore qualità».
L’intervento consiste, come ha spiegato il professor Dello Russo, in una puntura praticata al di fuori del cuore e nell’ablazione del pericardio per eliminare anche la parte cicatriziale dei tessuti maligni al di fuori del cuore. «Per salvare queste vite è necessario un intervento invasivo, con una equipe di cardiologi invasivi, cardiologi clinici, cardiochirurghi, anestesisti ed emodinamisti – ha spiegato il professor Dello Russo -; siamo riusciti a realizzare questi interventi e in tutti gli undici casi, giunti a Torrette, questi pazienti sono stati operati con successo, sono vivi e stanno bene. In particolare due pazienti, Giovanni e Giorgio erano casi molto urgenti».
I pazienti a cui si riferisce il professore sono Giovanni, un 45enne di Grottammare, e Giorgio un 74enne di Fano. Giovanni, era ricoverato ad Ascoli Piceno da circa 8 giorni quando è stato colpito dalla tempesta aritmica. Trasferito a Torrette, il professore Dello Russo ha eseguito su di lui l’ablazione epicardica che gli ha salvato la vita. Più o meno la stessa situazione accaduta a Giorgio, colpito da ben 54 aritmie in un solo giorno, eventi che lo avevano quasi condotto alla morte. Inizialmente ricoverato a Milano, aveva subito un’ablazione che però non era riuscita e per questo si è rivolto all’ospedale regionale di Torrette dove è stato operato d’urgenza e con successo.
La necessità del lavoro d’equipe è stata evidenziata anche dal professor Alessandro Capucci: «Per fortuna sono casi non frequenti. La metodica di cui stiamo parlando richiede una competenza da più parti, dal punto di vista cardiologico sicuramente ma anche anestesiologico e cardochirurgico in stand by».
«La tempesta aritmica – ha spiegato il professor Giampiero Perna – viene prima trattata farmacologicamente e poi si cerca di abolire quelle aritmie che è possibile abolire. Un percorso estremamente complesso e, anche durante l’ablazione stessa, può essere necessario eseguire una biopsia per una diagnosi completa del paziente. L’intervento migliora sensibilmente le condizioni di vita del paziente e in alcuni casi può essere risolutivo per lungo tempo».
Il rettore Sauro Longhi ha posto l’accento sulla stretta collaborazione tra l’Azienda Ospedaliera e l’Università. «Una sinergia che c’è sempre stata – ha detto – su moltissimi progetti e in particolare su questo, nel senso che la posizione che abbiamo messo a bando per la chiamata del professor Dello Russo è stata finanziata attraverso una convenzione da parte dell’Azienda Ospedali Riuniti. È un modo consentito dalla legge per integrarsi meglio nel condividere obiettivi. E gli obiettivi si raggiungono con le strutture, con le apparecchiature ma soprattutto con le persone».
Il presidente regionale Luca Ceriscioli ha ricordato la presentazione del marchio Lancisi, «un brand dentro il quale ci sono dei contenuti veri. Lo abbiamo dimostrato con i dati della cardiochirurgia estremamente positivi anche a livello nazionale e oggi lo facciamo parlando di questi interventi salva vita che completano e arricchiscono il quadro della risposta di professionisti di altissima qualità su scala nazionale. Il Lancisi continua ad essere un punto di riferimento a livello nazionale nel trattamento delle patologie cardiache».
«Alla multidisciplinarietà va aggiunto il concetto di rete perché per i due pazienti, uno proveniente dal nord e l’altro dal sud della regione, c’è stata la necessità di creare percorsi anche condivisi con le cardiologie degli ospedali periferici», ha dichiarato Fabrizio Volpini.
Il direttore della Cardiochirurgia Marco Di Eusanio, il direttore della Cardioanestesia Christofer Munch e il dottor Federico Guerra Cardiologia Clinica e Aritmologia hanno ribadito l’importanza dell’arrivo ad Ospedali Riuniti del professor Dello Russo, uno dei maggiori elettrofisiologi italiani, sia per l’alto profilo medico che per quello umano.
E proprio Dello Russo raccoglierà il testimone dal primario Capucci, prossimo alla pensione, alla guida della Clinica di Cardiologia del Lancisi. Dello Russo erediterà anche la guida della Scuola di specializzazione in cardiologia che conta 25 specializzandi. Si tratta del secondo tassello posizionato dall’Università Politecnica delle Marche all’interno della storica compagine del cardiologico dorico, trasferitosi all’interno del nosocomio di Torrette nel 2004. Il primo venne messo a segno poco meno di tre anni fa con il passaggio alla carriera universitaria del professor Di Eusanio.