ANCONA – Il 20 maggio andrà in pensione dopo oltre 40 anni di servizio agli Ospedali Riuniti di Ancona Liana Zoppi, segretaria della Direzione generale entrata in servizio nel 1978.
Nominata dall’ora presidente Fulvio Montillo, è entrata in servizio il 22 maggio 1978 quando ancora la struttura si chiamava si chiamava Ospedale Civile “Umberto I”. Ha prestato servizio sempre presso la Direzione generale con sei direttori generali diversi in qualità di segretaria.
A lei la targa firmata dal direttore generale attuale, Michele Caporossi, che dice: «La grande storia degli Ospedali Riuniti di Ancona porta indelebile il suo segno. Con rare capacità umane e relazionali ha accompagnato la crescita di una moderna organizzazione che oggi si annovera tra le eccellenze della sanità italiana. Certo di interpretare anche il sentimento dei miei predecessori, le porgo un segno di infinita gratitudine. Anche grazie a lei l’ospedale è più generoso, gentile, geniale».
Ecco, invece, un estratto della lettera che Liana Zoppi ha scritto per i colleghi: «Considero la mia storia in Ospedale un libro ed io sono arrivata all’ultima pagina. (…) Ho prestato servizio sempre presso la Direzione Generale con sei Direttori Generali in qualità di Segretaria, ho condiviso con Loro e con Voi momenti belli e momenti tristi della storia di questo nostro Ospedale. Sono arrivata timida e riservata e non mi ritenevo neanche idonea a ricoprire il ruolo importante che mi venne affidato. Devo ringraziare tutti Voi che mi avete fatto crescere, mi avete aiutata, supportata e sopportata. Voglio ringraziare in particolar modo la mia ultima Direzione, la squadra formata da Michele Caporossi, Antonello Maraldo e Alfredo Cordoni, persone speciali, con cui ho lavorato benissimo. Un ringraziamento speciale va al mio Direttore Generale che mi ha dato fiducia, mi ha capita, mi ha lasciato fare, mi ha offerto un’ultima opportunità, con lui sono cresciuta, diciamo mi sono sentita “realizzata”, nel mio ruolo e compito che spero di aver svolto bene. Sinceramente mi dispiace considerare questa pagina, storia del passato, ma ogni cosa ha il suo tempo e sono felice di portare con me il ricordo di tutti voi che mi avete voluto bene e spero continuerete a volermene. (…)
Avrei voluto salutarvi uno ad uno perché a ognuno di voi devo un grazie di cuore. Purtroppo le circostanze me lo hanno impedito, chi meglio di voi che siete i veri eroi accanto ai pazienti malati può sapere come questo Virus ci ha cambiato la vita, ci ha terrorizzati. Avrei voluto festeggiare con tutti Voi questo momento, ora non è possibile, ma quando potremo tornare ad abbracciarci lo faremo».