ANCONA – Si è tenuto nella giornata di martedì 6 novembre un incontro tra la dirigenza degli Ospedali Riuniti e la RSU del comparto, oltre ai sindacati territoriali. Sul tavolo la questione degli incrementi dello stipendio dei lavoratori (PEO, ovvero progressione economica orizzontale) per infermieri, tecnici, ausiliari, Oss e amministrativi, in seguito all’accordo siglato lo scorso 5 ottobre per lo sblocco delle fasce. Un’accordo sottoscritto dalla Cisl territoriale e dalla maggioranza della RSU, tra cui il Nursind, ma che ha trovato contrari Cgil e Uil.
Un tema caldo che interessa circa 400 dipendenti dell’Azienda ospedaliera. Dal tavolo di confronto è emerso che l’Azienda Ospedali Riuniti dovrà far fronte all’incremento salariale sulla base della capienza del fondo, ma che allo stesso tempo «ha delle somme da recuperare per gli anni che vanno dal 2006 al 2014, in seguito alle quote in eccesso pagate ai dipendenti per un errore di calcolo risalente al 1995 e proseguito negli anni successivi – precisa Antonello Maraldo, direttore amministrativo degli ospedali Riuniti di Ancona – Quando abbiamo rifatto i fondi ci siamo accorti che dobbiamo dare e sanare situazioni che non appartengono alla nostra gestione. Una errata attribuzione che obbliga l’Azienda Ospedaliera a recuperare 5.147.522,59 euro per gli splafonamenti avvenuti dal 2006 al 2014».
«Abbiamo fatto di tutto per correggere un errore di calcolo precedente – sottolinea Maraldo – e i nostri atti sono stati sottoposti al vaglio del Collegio Sindacale che li ha ritenuti legittimi. Per l’effetto di questo ricalcolo è stato possibile procedere con l’applicazione dell’accordo su fasce PEO siglato nell’autunno 2016 con il personale del comparto». Nel concreto, tra somme da dare e somme da recuperare, alla fine «si crea un bilanciamento che agendo sul futuro permette di non far uscire neanche un euro dalle tasche dei dipendenti, ai quali spetterà solo un minore aumento salariale – spiega Maraldo – poiché avremmo dovuto dare come incremento annuo medio 231 euro, ma dato che dobbiamo recuperare 158,25 euro, alla fine verrà dato in media a tutti i dipendenti del comparto, a partire da gennaio 2019, uno saldo positivo di 73,20 euro di aumento mensile, oltre al mantenimento delle fasce per chi le ha percepite per effetto del meccanismo descritto in precedenza».
Un’azione di recupero che «varrà per gli anni futuri e in tal senso è già stata inviata bozza di determina il 18 ottobre scorso al collegio sindacale che si esprimerà sul documento, che comunque l’Azienda è tenuta ad adottare. L’elemento forte dell’operazione – sottolinea Maraldo – è il ripristino della correttezza contabile che si è venuto a creare in ordine al ricalcolo della esatta consistenza dei fondi contrattuali. Ritengo l’operazione nel suo complesso un’operazione di giustizia e di correttezza contabile che, produrrà i suoi effetti economici stabilmente per il futuro».