Ancona-Osimo

Ossa umane a Porto Recanati, la mamma di Cameyi: «È morta? Prego Allah che non sia lei»

Parla Fatema Begum dopo il macabro ritrovamento di ieri (28 marzo), in un campo vicino all'Hotel House. La madre della 15enne bengalese scomparsa otto anni fa da Ancona è rimasta a vivere nel capoluogo dorico con gli altri tre figli. Sono state le maestre ad avvisare la famiglia. La preside Micciarelli: «Accompagnai io il papà a fare denuncia in questura»

La foto di Cameyi Mosammet e dietro la mamma Fatema, a casa, in attesa di notizie
La foto di Cameyi Mosammet e dietro la mamma Fatema, a casa, in attesa di notizie
Gli scavi (foto per gentile concessione de Il Cittadino di Recanati)

ANCONA – Piange e stringe la foto della figlia di cui non si hanno più notizie da otto anni. «È morta? Prego Allah che non sia lei». Parla un italiano stentato Fatema Begum, la mamma di Cameyi Mosammet, la bengalese di 15 anni scomparsa il 29 maggio 2010 dal capoluogo dorico. Questa mattina era a casa con uno dei tre figli, in attesa di ricevere notizie sulle ossa ritrovate ieri (28 marzo) a Porto Recanati, in un terreno vicino all’Hotel House (leggi l’articolo). Ossa che potrebbero essere quelle della 15enne. Lei continua a sperare che la figlia sia viva anche se non sa dove possa essere finita dopo quella mattina di maggio quando l’ha vista lasciare l’abitazione dove vivevano prima, in via Marchetti, per andare a scuola.

Il palazzo in cui abita la famiglia di Cameyi

«In Bangladesh non c’è tornata – dice Fatema – il suo passaporto lo ha la polizia. Fuori Ancona non conosceva nessuno». Fatema piange, lo ha fatto anche ieri sera quando l’insegnante del fratellino 17enne di Cameyi, sordomuto, li ha raggiunti a casa, nell’abitazione di via Manzoni, per prepararli a quanto stava emergendo dai giornali online e dalla trasmissione “Chi l’ha visto?” che ha cercato la preside della scuola media Marconi frequentata dalla bengalese. «Nessuno tra polizia e procura ha contattato la famiglia – spiega Silvia Mainardi, l’insegnate del fratello di Cameyi – così sono andata a casa loro per spiegargli la situazione. Dopo i primi mesi di indagine i familiari non hanno avuto più nessun contatto con gli inquirenti».

La mamma era stata al Salesi per i prelievi del dna che ora verrà comparato con i resti delle ossa trovate a Porto Recanati per avere la certezza o escludere se siano o meno della 15enne. Al momento sarebbero state trovate anche una scarpa bianca da tennis, un foulard e una maglietta con un disegno. «Cameyi quando scomparve – dice Mainardi – indossava pantaloni bianchi, una maglietta bianca che non era però una felpa, scarpe bianche Nike e una borsa nera. Se avesse anche un foulard non lo sappiamo ma a lei piacevano molto e ne aveva diversi. Se riuscissimo a sapere il colore di quello ritrovato forse sarebbe un dettaglio maggiore».

I rilievi della polizia scientifica nel terreno dove sono state rinvenute ossa umane (foto per gentile concessione de Il Cittadino di Recanati)
I rilievi della polizia scientifica nel terreno dove sono state rinvenute ossa umane (foto per gentile concessione de Il Cittadino di Recanati)

Era stata la preside dell’istituto comprensivo Grazie-Tavernelle a portare il papà di Cameyi in questura per la denuncia di scomparsa. «Venne a scuola e mi disse che la figlia non era tornata a casa la notte – spiega la dirigente scolastica Elisabetta Micciarelli – quel giorno Cameyi non era arrivata nemmeno in classe la mattina. Non abbiamo mai pensato che fosse andata via volontariamente. Non aveva nessun motivo di scappare».

I rilievi a Porto Recanati (foto per gentile concessione de Il Cittadino di Recanati)