Ancona-Osimo

Overdubbing project, il progetto musicale che unisce ai tempi di Coronavirus

&re settimane fa il musicista Massimo Saccutelli, dalla sua abitazione di Civitanova Marche, ha lanciato l'idea attraverso il suo profilo Facebook: realizzare una cover del brano “Hard to say I’m sorry” dei Chicago coinvolgendo amici musicisti e cantanti

Massimo Saccutelli e Veronica Key
Massimo Saccutelli e Veronica Key

ANCONA – L’Overdubbing project dimostra che la musica annulla le distanze e che, soprattutto in questo momento buio, riesce a raggiungere le menti e le anime fisicamente lontane, fino ad arrivare all’ospedale di Torrette, dove in tanti lavorano per sconfiggere l’epidemia di Coronavirus. Si tratta di un progetto nato dall’idea lanciata tre settimane fa dal musicista Massimo Saccutelli dalla sua abitazione di Civitanova Marche attraverso il profilo Facebook: realizzare una cover del brano Hard to say I’m sorry dei Chicago coinvolgendo amici musicisti, cantanti e tecnici del suono.

Gli artisti che hanno detto sì sono tanti: oltre al promotore Saccutelli, pianista e tastierista, la voce numanese Veronica Key, il bassista Andrea Zaccari di Macerata, il batterista e tecnico del suono Matteo Pecora di Ancona, il chitarrista Paolo Sorci di Senigallia, Roberto Gaetani tastierista di San Benedetto del Tronto, Susy Miandro cantante di Civitanova Marche, Archelao Macrillò batterista di Recanati, Luca Orselli di Potenza Picena, anche lui batterista, e Roberto Rossini, tecnico del suono di Cesena. Ognuno ha partecipato registrando da casa la sua parte strumentale o vocale e tutte le tracce sono state mixate dai tecnici con un risultato sorprendente ascoltabile sulla piattaforma Youtube.

A raccontarne la bellezza è proprio Veronica Key: «L’idea è arrivata in un momento buio della quarantena, un raggio di luce all’interno di una delle giornate più difficili. Non ci ho pensato un secondo, in mezz’ora ho registrato il brano e l’ho inviato. Il lavoro finale con il mix mi ha sollevato l’animo. La ciliegina sulla torta è stata quando un’infermiera dell’ospedale di Torrette, mamma di un mio piccolo allievo, ha fatto ascoltare il brano sui gruppi Whatsapp che ha con i suoi colleghi e da lì all’interno del nosocomio per donare qualche minuto di serenità, anche grazie al brano stesso che dà molta speranza per le parole che usa. Sono stati un paio di giorni magici che ci hanno fatto sentire molto uniti e fatto capire che le barriere non esistono in certe circostanze. Massimo ha detto “La musica non la ferma nessuno”. Non abbiamo il vaccino ma con un click siamo riusciti a partire da una casa di Civitanova e entrare nell’ospedale regionale per un po’ di evasione».