ANCONA – «Era il giorno di Halloween e quando ho aperto la scatola ho pensato lì per lì ad uno scherzo ma il pacco era stato spedito per davvero, c’era anche il nome del mittente, un nome tedesco inventato credo. Era proprio rivolto a me, al dirigente del Suap (lo sportello unico delle attività produttive, ndr)».
Parla così Giacomo Circelli, dipendete del Comune di Ancona, vittima di un pacco postale ricevuto il 31 ottobre in ufficio e dove dentro ha trovato del letame. Sull’episodio stanno indagando i carabinieri della Stazione di Brecce Bianche, guidati dal comandante Giuseppe Caiazzo, che hanno sequestrato tutto per risalire a chi abbia effettuato la spedizione di cattivo gusto.
«Era una scatola di latta – racconta Circelli – tipo quelle dei cioccolatini e dei biscotti, nessun biglietto, c’erano solo escrementi. Ho chiuso tutto e poi ho chiamato i carabinieri. Non ho mai ricevuto pressioni e nemmeno minacce, non so chi sia arrivato a tanto. Ripeto, io ho pensato ad uno scherzo ma aspettiamo le indagini». Il pacco risulta spedito dalla Germania, da un indirizzo che esisterebbe veramente, attraverso un sistema postale. Come dirigente del Suap Circelli si trova a trattare questioni importanti e delicate per il rilascio di permessi e autorizzazioni e non sempre l’utenza può essere soddisfatta.
Recentemente si era occupato anche di un maneggio poi sequestrato. Cinque mesi fa il Comune era riuscito a tornare in possesso di un casale con terreno trasformato in un maneggio per cavalli, in via Malaccari, all’Aspio, occupato abusivamente per quasi 15 anni. A marzo erano intervenuti i vigili urbani e la sezione di polizia giudiziaria, per controlli e per sanare una situazione di abusivismo conosciuta che andava avanti da troppo tempo, con la luce, sembrerebbe, pagata a spese del Comune e con l’utenza dell’acqua allacciata ad una azienda della zona. A maggio l’intervento dei carabinieri della stazione di Brecce Bianche dopo la denuncia fatta da un imprenditore che aveva realizzato dei lavori per conto degli occupanti, di origini rom, ma non era stato mai pagato. L’imprenditore era stato minacciato così erano intervenuti i carabinieri che avevano poi sequestrato la struttura denunciando un 55enne e altre 2 persone (quelle trovate sul posto) per abuso edilizio ed occupazione abusiva.