Ancona-Osimo

Pandemia, all’ospedale Torrette di Ancona la palazzina di Malattie Infettive non è più 100% Covid

La palazzina dove sono ubicate la Divisione e la Clinica di Malattie Infettive era tornata area Covid dall'autunno scorso

Malattie Infettive Torrette

ANCONA – «Finalmente da oggi nella palazzina di Malattie Infettive saranno disponibili 10 posti letto per pazienti non-Covid». Lo annuncia il primario della Clinica di Malattie Infettive degli Ospedali Riuniti di Ancona, Andrea Giacometti. Il reparto dell’ospedale regionale di Torrette da oggi non è più 100% area Covid dopo che lo era tornato nell’autunno scorso.

Nella palazzina di Malattie Infettive sono ubicati due reparti, Clinica e Divisione di Malattie Infettive, l’una diretta dal professor Giacometti e l’altra dal professor Marcello Tavio. Ora l’edificio riapre i battenti anche ai ricoverati non positivi al Sars-Cov-2.

«Questo – spiega Giacometti – grazie al calo della pressione dei Covid-positivi sul Pronto Soccorso, dove invece permane alto l’afflusso dei pazienti con tampone negativo». I 10 letti non Covid sono nel reparto di Divisione, mentre la Clinica per ora è ancora 100% Covid.

Andrea Giacometti, primario Clinica Malattie Infettive Torrette

Il primario Giacometti fa sapere che «in reparto abbiamo pazienti di 90 anni così come quarantenni, ma i più giovani sono quelli che vengono ricoverati per patologia non correlate al Covid ma solo perché il tampone all’ingresso è risultato positivo». Pazienti che incidono sull’occupazione ospedaliera di questi reparti che finora sono rimasti aree Covid.

«L’età media dei pazienti realmente ricoverati per polmonite da Covid è di 80 anni – chiarisce – e sono quasi tutti vaccinati con 3 dosi», per questo si dice «d’accordo per la quarta dose per gli immunodepressi e per gli ultra-ottantenni. Per le altre categorie si dovrà decidere in base all’evoluzione della pandemia».

Settimanalmente avviene un monitoraggio della situazione dei ricoveri Covid presenti nella palazzina, per ora l’attenzione resta alta, spiega Giacometti, il timore è che la Pasqua, con i pranzi familiari, «possa portare ad una recrudescenza dei contagi», favorita anche dall’allentamento delle misure di sicurezza e dalla variante Omicron maggiormente infettiva.