SIROLO – La conservazione delle specie faunistiche che vivono o transitano all’interno del Parco del Conero e non solo, è tra le attività primarie svolte dall’ente che, per gli uccelli si avvale della collaborazione della sezione locale della Lipu sotto la direzione di Norma Barbini per recuperare, curare e rimettere in libertà all’interno del Parco gli animali salvati. Si tratta di esemplari feriti o immaturi per provvedere al proprio sostentamento.
«Dal report annuale della Lipu che svolge operativamente questo servizio – spiega il Direttore dell’Ente Parco del Conero Marco Zannini – sono stati assistiti 73 volatili di varie specie, presi in carico dopo il recupero a causa di investimenti, cadute dei piccoli dai nidi, intossicazioni di varia natura e altre fattispecie».
Il grosso del lavoro avviene in estate con gli esperti che vengono chiamati per assistere i volativi feriti ed affidati alle cure veterinarie e all’assistenza dei volontari che ne monitorano le condizioni e ne accertano lo stato di salute durante la degenza prima della liberazione. Si tratta di merli, cinciallegre, balestrucci, molti rondoni, upupe, tortore e gruccioni. Un gheppio e due civette sono state trasferite al Centro recupero rapaci del WWF di Jesi.
«L’obiettivo primario è assisterli e metterli in condizione di poter tornare in libertà. La degenza media è di circa 19 giorni. Alcuni vengono assistiti quando ormai è tardi per poterli aiutare, 5 decessi su 73 recuperi ma, per la maggior parte, gli interventi sono tempestivi e riusciamo a liberarli. Già 60 di questi sono stati introdotti nella zona di riserva orientata del Parco dove per loro sarà più facile riprendere la loro vita abituale e contribuendo al ripopolamento locale» conclude il Direttore Zannini.