Ancona-Osimo

Parco del Conero, «ripensare la fruizione delle strade che lo attraversano per evitare tragedie»

Il presidente dell'Ente, Silvetti: «La Sp1 che attraversa il parco da sud a nord diventi una Parkway». Il direttore Zannini: «Cambiare la cultura della mobilità e rispettare le peculiarità dell’area protetta»

Daniele Silvetti e Marzo Zannini, presidente e direttore del Parco del Conero

SIROLO – L’episodio avvenuto domenica 5 marzo sulla Sp1 del Conero, con l’investimento di una automobilista che aveva fermato il proprio veicolo ed era scesa per agevolare l’attraversamento della carreggiata da parte di alcuni piccoli cinghiali smarriti e confusi, ripropone non tanto il tema della presenza della fauna selvatica nel territorio dell’area protetta, quanto della circolazione dei veicoli sulle strade che lo attraversano.

Negli anni l’Ente parco ha proposto diversi progetti, eventi e campagne di sensibilizzazione destinati a coloro che transitano delle strade del Conero. L’ultimo progetto realizzato è quello per la sicurezza stradale e della fauna locale denominato “Io sono il Parco”, grazie al quale è stato realizzato e distribuito materiale informativo nel quale è spiegata la necessità di una consapevole convivenza da parte dell’uomo con la fauna selvatica che caratterizza l’area. Inoltre, è stata installata una nuova segnaletica stradale e catadiottri per ridurre l’incidenza di sinistri stradali con animali selvatici.

«Il problema resta – dice il Direttore del Parco del Conero Marco Zannini – e l’auspicio è che si affronti il tema attuando soluzioni prima che avvenga una tragedia come poteva accadere già domenica sera».

Secondo Zannini, occorre ripensare dal punto di vista concettuale l’utilizzo della strada provinciale SP1 Del Conero detta anche “strada Panoramica”, creando un progetto di Viabilità dolce che consenta da un lato il transito di mezzi pubblici, civili e di sicurezza e dall’altro la convivenza senza pericoli per podisti, ciclisti villeggianti e amanti della natura ma i costi sono eccessivi se si pensa alla realizzazione di una strada che in sicurezza fiancheggi quella attuale.

«La strada provinciale del Conero – spiega – è la via che attraversa il cuore del Parco e taglia in due i SIC – Siti di Interesse Comunitari per la conservazione della Biodiversità di maggior rilievo».

È importante far capire la contraddizione. «La strada Provinciale SP1 non è organizzata per andare a piedi o in bici o fermarsi a scattare una foto o ad ammirare la fauna selvatica e tutto questo non è concepibile in un luogo nato per valorizzare i beni paesaggistici e naturali del nostro territorio» evidenzia.

Secondo il Direttore del Parco del Conero «chi percorre la strada provinciale del Conero dovrebbe farlo con la consapevolezza di dove si trova e dei pericoli per sé e per gli animali, viaggiando quindi ad una velocità particolarmente moderata cosa che non avviene».

«Nel 2012 – ricorda Zannini – la Provincia di Ancona aveva condotto una rilevazione circa le autovetture che percorrono la SP1 – dalla quale era emerso che auto e moto non solo non rispettano i limiti di velocità di 60 Km orari me li superano abbondantemente infrangendo il codice della strada e mettendo a rischio la sicurezza pubblica». Da martedì 24/07/2012 a martedì 31/07/2012è stato censito il transito in totale di 30.319 veicoli, il 93,06% dei quali aveva superato il limite di velocità di 60 km/h e causato, in quella settimana 5 incidenti stradali con animali selvatici.

«Questo consiglio di amministrazione ha già affrontato in più sedute questo tema – dice Daniele Silvetti, Presidente del Parco del Conero – convenendo che sia fondamentale una corretta formazione e informazione di cittadini e turisti al fine di cambiare le abitudini degli automobilisti».

Secondo Silvetti senza un’adeguata coscienza civile e del valore della risorsa ambientale non si otterranno risultati apprezzabili. «Per questo – insiste – va ripensata la fruizione della Strada Provinciale del Conero (SP1) che attraversa il Parco in tutta la sua estensione da Nord a Sud, assumendo il ruolo di asse principale della fruizione paesaggistica del Parco e rendendola una vera “Parkway” considerando l’accesso a nord, ad Ancona nella zona di Pietralacroce e a sud in corrispondenza della foce del Musone aprendo un tavolo di confronto con tutte le istituzioni competenti».