ANCONA- Si è parlato di Parkinson al convegno tenutosi all’Inrca sabato 30 settembre. Con l’occasione si è fatto il punto su diagnosi e terapie d’avanguardia. In Italia la malattia neurodegenerativa colpisce tra 250 e 300 mila persone.
Diagnosi precoce, sintomi premonitori e tecniche di riabilitazione nella malattia di Parkinson. Sono questi i temi al centro del convegno ‘Parkinson: medici e pazienti al lavoro, insieme’, svoltosi all’Inrca sabato 30 settembre. Patrocinato dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Ancona, in collaborazione con l’Associazione Parkinson Marche, l’evento ha rappresentato l’occasione per fare il punto su diagnosi e terapie d’avanguardia. Una malattia, quella del Parkinson, che in Italia colpisce tra 250 e 300 mila persone, con un’ incidenza di circa 5-10 nuovi casi all’anno ogni 100 mila abitanti ed una prevalenza di circa 2 volte maggiore nei maschi.
«Negli ultimi 30 anni – spiega Giuseppe Pelliccioni – primario dell’Unità Operativa di Neurologia Inrca e responsabile scientifico del convegno – si è registrato un considerevole aumento dell’aspettativa di vita e un incremento dell’incidenza delle malattie neurodegenerative. La malattia di Parkinson rappresenta la seconda patologia neurodegenerativa più frequente dopo l’Alzheimer. Riguarda l’1-2% della popolazione sopra i 60 anni e fino al 4% degli ultraottantenni».
Una malattia cronico – progressiva, nota per il tremore a riposo, ma che in realtà si caratterizza in un quadro sintomatico molto più complesso e contraddistinto da rigidità, lentezza nei movimenti, disturbi dell’equilibrio e del cammino, disfagia (difficoltà nella deglutizione) nelle fasi avanzate. Il Parkinson conduce progressivamente il paziente ad una importante disabilità motoria, accompagnata da disturbi dell’umore, cognitivi e del sonno, oltre che ad alterazioni posturali spesso invalidanti.
Una vera e propria emergenza sanitaria che necessita di interventi a più livelli e a diverse fasi della patologia. «Alcuni studi di prevalenza – chiarisce Pelliccioni – hanno analizzato la frequenza della malattia di Parkinson a seconda dello stadio di gravità del quadro clinico, secondo la scala di Hoehn Yahr, e ne è risultato che un 5% di pazienti si colloca nello stadio 5, il più grave della malattia. Si tratta di un dato rilevante che identifica i pazienti con disabilità maggiori e che quindi necessitano di un maggior intervento terapeutico e socio-assistenziale. All’Inrca abbiamo personale specializzato e dedicato che si occupa della malattia in tutti i suoi aspetti, dalla definizione della diagnosi fino al trattamento delle complicanze tardive. In tema di trattamenti di attività riabilitativa è già attivo un progetto che coinvolge gruppi di pazienti avvalendosi di approcci fisioterapici particolari e differenziati. Un altro problema molto importante è il trattamento dei disturbi cognitivi che si manifestano nel corso della malattia: a 10 anni dalla diagnosi di Parkinson circa un 60-70% dei malati presenta disturbi cognitivi di gravità differente fino a quadri di demenza conclamata.
Per prevenire, ritardare e trattare queste problematiche si applica un training di particolare riabilitazione cognitiva eseguito attraverso strategie differenti una delle quali è quella dell’”action observation treatment” (AOT), un trattamento ispirato ai neuroni specchio, ossia quei neuroni che si attivano quando un individuo osserva un’azione compiuta da un altro soggetto. Questo tipo di intervento risulta efficace nella malattia di Parkinson con effetti positivi sulle strategie motorie per evitare il freezing o blocco motorio e per migliorare quindi la qualità della vita dei pazienti. Fondamentale anche il supporto psicologico fornito al paziente, spesso affetto da problemi di depressione e ai caregiver (familiari), perché il Parkinson è una malattia che ha importanti ripercussioni anche sulla famiglia. Una complicanza tardiva della malattia che necessita di trattamenti particolari è la disfagia, la difficoltà di deglutizione che si presenta nelle fasi avanzate ed è di difficile trattamento. A questo fine è attivo un percorso per gestire le problematiche nutrizionali e in tale ambito rientra ‘A Scuola di cucina con il Parkinson’, un progetto organizzato in collaborazione con l’Istituto Alberghiero ‘Nebbia’ di Loreto, dove gli chef si adopereranno per adattare il cibo alla deglutizione di questi pazienti».