Ancona-Osimo

«La vera partita è quella per la vita»: mister Allegri in cattedra per la Politecnica delle Marche

L'allenatore della Juventus ha parlato della sua esperienza privata, della malattia della madre e del parallelismo tra sport e medicina

ANCONA – Sullo sfondo della vicenda giudiziaria che coinvolge la Juventus e tutto l’ex Cda con in testa il presidente Andrea Agnelli, tra luci e ombre dell’inchiesta della Procura di Torino sui conti della società e il deposito in Procura della richiesta di rinvio a giudizio, non perde smalto l’allenatore Massimiliano Allegri che, passando dalla panchina alla cattedra, oggi ha partecipato in video conferenza al seminario su “Team working e comunicazione delle vittorie e delle sconfitte”. Un appuntamento nell’ambito del corso di perfezionamento in “Comunicare il cancro, la medicina e la salute” dell’Università Politecnica delle Marche. Una chiacchierata tra calcio, partite e valori, vittorie e sconfitte, inevitabilmente sottesa con l’esperienza privata del mister bianconero che ha perso la mamma proprio a causa di una malattia oncologica.

Con lui, in questa speciale lezione, la direttrice della Clinica oncologica di Torrette professoressa Rossana Berardi, Mauro Boldrini direttore della comunicazione Aiom (Associazione italiana oncologia medica) e Mauro Silvestrini, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia della Politecnica delle Marche. Max Allegri, testimonial di un messaggio importante di binomio tra sport e salute, ha parlato a lungo della sua visione dello sport, dell’importanza del gioco di squadra, dei valori da portare in campo e fuori. E se il direttore Boldrini ha ricordato quanto sia fondamentale, nella lotta al cancro e in un’ottica di prevenzione, avere corretti stili di vita, sono i numeri a restituire un’idea dei rischi: «Dei giovani tra i 14 e i 17 anni l’11% fuma abitualmente e il 14% fuma occasionalmente, ma il 45% dei teenager entro i 17 anni è entrato in contatto con il tabagismo. Così come il 21% dei nostri bambini è in sovrappeso, un bambino su 10 è obeso e sono ben 23 milioni i cittadini che conducono una vita sedentaria senza praticare alcuna attività sportiva. Così come è fondamentale comunicare il cancro, così dobbiamo comunicare la prevenzione». «Sono emozionato e felice di essere qui oggi in una veste di testimonial – ha detto mister Allegri –; io ho la fortuna di fare il lavoro che mi piace, ma parliamo comunque di calcio. La partita vera, quella importante non si gioca in campo ma la fate voi – rivolgendosi allo staff della clinica oncologica diretta dalla professoressa Rossana Berardi –: avere una squadra vincente, anche in oncologia, è fondamentale. Si vince solo con l’aiuto di tutti. La partita contro il cancro si vince partendo da una corretta educazione alimentare e da buoni stili di vita».

Mister Massimiliano Allegri in collegamento web

Parlando di cancro, una nota privata. «Ho perso mia madre quattro anni fa per questa malattia – ha detto Allegri –; l’aspetto psicologico, specie in quei momenti, ha un grande ruolo, in campo come in reparto: ho imparato tanto nei quattro anni che ho seguito mia madre che aveva questa malattia, siete riusciti a trasmettere tranquillità a me e a lei… L’ho riportato nel mio lavoro». Il mister toscano ha poi sottolineato l’importanza del team, del delegare e del fidarsi dei propri collaboratori. «Non si gioca né si vince da soli. Una squadra è formata da tanti soggetti che mettono insieme gli obiettivi singoli per raggiungere un unico obiettivo comune», dice ancora, soffermandosi sulla gestione delle emozioni di ciascuno: «Il confronto aiuta tantissimo, soprattutto credo è importante far capire a quelli che lavorano nel team che ci possano essere divergenze, ma è sempre comunque un’opportunità di crescita. Io per lo staff ho scelto tutte persone più brave di me, mi completano caratterialmente e tecnicamente – scherza –, soprattutto l’aspetto psicologico diventa fondamentale, la gestione delle persone e delle risorse umane fa la differenza. Io la mattina quando arrivo al Centro Sportivo non so cosa è successo la sera prima a uno o all’altro, ogni giorno c’è sempre un problema diverso ma bisogna trovare subito una soluzione, il responsabile deve trovare la soluzione».

Sull’aspetto psicologico il mister si sofferma anche parlando della gestione dell’imprevisto. «È la cosa più difficile da fare ma anche quella si può allenare, sempre lavorando come team soprattutto sull’aspetto psicologico – spiega – anche l’imprevisto deve esser visto, lo dico a tutti i collaboratori, come opportunità di crescita per trovare una soluzione diversa, comunque vincente». Un esempio pratico: Allegri ha raccontato un passaggio sportivo della Juventus nel 2015: «Eravamo dodicesimi in classifica dopo dieci partite: facciamo una partita a Sassuolo, giocammo una buona partita, perdemmo su un calcio di punizione. Era il momento più negativo e in quei momenti lì si vede più nero di quello che sembra e vanno gestiti in modo migliore: dopo 19 partite abbiamo rigiocato con il Sassuolo in casa, ma in quel momento eravamo primi in classifica, giocammo una partita brutta, vincemmo 1-0. Tutti dissero che la squadra aveva fatto una grande partita. In realtà no. In un momento negativo in cui mancavano risultati, la prestazione sembrava bruttissima, dopo un girone, quando eravamo prima in classifica e abbiamo giocato una brutta partita, vincendo, tutto sembrava oro».

Dunque, essenziale per gestire le emozioni, il nervosismo e le sconfitte è l’approccio. «È importante – aggiunge il mister – saper gestire i momenti di negatività, com’è successo quest’anno all’inizio, è importante farlo con grande lucidità, rimanendo un po’ staccati da quelli che possono essere coinvolgimenti emozionali. La sconfitta va gestita, sarà banale ma nella vita non si può sempre perdere ma non si può sempre neanche vincere. Quindi bisogna essere pronti, soprattutto quando le cose vanno bene a prepararsi a quello che sarà il momento della sconfitta. È normale che quando esci dalla partita e perdi, in quel momento hai momenti di rabbia; ma la sconfitta è una cosa che va trasformata in un’opportunità per cercare di ritornare a vincere».