Ancona-Osimo

Morgoni, bomba sul Pd: «Gostoli dovrebbe dimettersi. Basta puzza sotto il naso»

Nella sua analisi dopo le elezioni regionali, il parlamentare maceratese non le manda a dire: al partito chiede un rinnovamento iniziando dai vertici regionali per arrivare a quelli provinciali e non risparmia stilettate

Mario Morgoni
Mario Morgoni

ANCONA – Se nell’Anconetano tutto tace, dal Maceratese si leva un grido di allarme e un appello al rinnovamento interno al Pd marchigiano dopo la pesante sconfitta incassata alle elezioni regionali. A parlare è il parlamentare in quota dem Mario Morgoni. Il deputato parla di «una disfatta che impone un forte ripensamento del partito, a partire da una presa di posizione del segretario regionale Giovanni Gostoli, che dovrebbe dimettersi».

Una presa di posizione forte, quella di Mario Morgoni, che senza peli sulla lingua, spiega che «non è pensabile ripartire solo dalla buona volontà, da un rimaneggiamento interno o da ritocchi», è necessario piuttosto «respirare aria più pulita, salubre, meno intossicata da personalismi che prevalgono sugli interessi di partito». Secondo il parlamentare «il Pd non funziona ormai da anni, non è colpa di Gostoli, lui ha «semmai protratto una eredità che prosegue da anni e che vede il partito nell’immobilismo e nella paralisi» bloccato in «dinamiche interne autoreferenziali, gli elettori però – osserva – ci hanno inviato un segnale chiaro che è tempo di cogliere, e lo dico da Maceratese, dove è stato sancito il fallimento di una esperienza politica».

Da sinistra Giovanni Gostoli e Maurizio Mangialardi (immagine di repertorio del periodo pre covid)

Morgoni si lancia all’attacco delle scelte operate dai dem prima della campagna elettorale, quando ancora si cercava di far quadrare il cerchio sulle candidature: «Sono state escluse figure risultate tra le più votate nei circoli del Pd, come ad esempio Leonardo Catena, estromesso dalle liste». E aggiunge: «Non si tratta di vendette o rese dei conti, si tratta di riposizionare il Partito Democratico in questa svolta storica». L’auspicio di Morgoni è quello di un partito «più vicino alla gente» e, per rafforzare il suo pensiero, cita una delle dichiarazioni rilasciate nelle Marche dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini: «Ha detto che bisogna togliersi la puzza sotto il naso, un messaggio chiaro per i marchigiani», con il Pd che da sempre si riveste di «una immagine di potere, come una élite della politica che non ci serve e ci fa solo danno».

Ma l’analisi del parlamentare maceratese si spinge anche più a fondo e rimarca il fatto che nella scelta delle candidature, sono stati piazzati iscritti del Pd in liste civiche, «indebolendo di fatto il Pd che così ha perso voti». Insomma tante scelte errate, di cui secondo Mario Morgoni ora si pagano gli effetti. «Serve una stagione rigenerativa per il Pd, bisogna rinnovare i gruppi dirigenti, sia a livello provinciale che regionale, perché anche dove andiamo bene, siamo un grumo di potere attorno ad alcune figure di riferimento che raccolgono voti, mentre un motore di scelte coraggiose e cambiamento ormai non c’è più da anni. Servono trasparenza, etica e scelte coraggiose, una  politica che parla alle persone».

Per un vero cambiamento occorre rinnovare il partito perché «non si può innestare un germoglio su una pianta malata, serve una pianta nuova: il gruppo dirigente deve prendere atto del fatto che non è più rappresentativo e che non risponde più alla realtà dell’elettorato, perché sono ossificati e sclerotizzati». Secondo il parlamentare dem Mario Morgoni bisogna riaprire una nuova fase di tesseramento, il cui messaggio deve essere: «Venite per cambiarci». Il rischio è che «nonostante la batosta, e nonostante il potere del partito sia stato ridimensionato, resti sempre di esclusivo appannaggio della classe superstite, ma se attendiamo solo che passi la tempesta senza fare niente, allora in questo partito non si potrebbe più stare».