Ancona-Osimo

«La Pasqua è la testimonianza di Dio che vince la morte, la guerra, la violenza»

Il senso della Santa Pasqua in questi giorni turbolenti, spiegato da don Davide Barazzoni, responsabile della Diocesi di Senigallia per l'insegnamento della religione cattolica

Don Davide Barazzoni

SENIGALLIA – «I giorni che stiamo vivendo ci consegnano scenari di guerra tra popoli, devastazione, atti terroristici. E a volte ci assale lo sconforto, la paura o comunque abbiamo uno sguardo pessimista. Ma se siamo onesti, la storia ci ha sempre ricordato di guerre e lotte tra gli uomini. Il senso della Pasqua non è negare tutto questo, tutto ciò che è stato e ciò che sta accadendo, ma sapere che dentro questa storia il Signore vuole starci, abitarci. È il mistero dell’incarnazione, di Gesù che si è fatto uomo, del figlio di Dio che viene ad abitare in mezzo a noi. Ancora di più, testimonia il fatto che colui che si è fatto uomo per noi ha vinto la morte, la guerra, la violenza».

Sono le parole di don Davide Barazzoni, responsabile della Diocesi di Senigallia per l’insegnamento della religione cattolica a cui abbiamo chiesto il senso della Pasqua. «Per noi cristiani il senso della Pasqua è dunque quello del giorno nuovo, dell’alba del sole che sorge che è Gesù Cristo il vivente. È la possibilità di leggere in questi giorni, anche in questa storia qui, segni di pace e speranza. Questo è quello che possiamo celebrare, vivere e testimoniare al mondo intero».

La Pasqua cristiana è l’affermazione e la testimonianza che l’odio e la guerra non hanno l’ultima parola. «Anzi, al contrario, l’ultima parola è vita, è vita risorta, vita ferita ma perdonata. È il segno di un uomo, che è figlio di Dio, che si fa crocifiggere, scende negli inferi e il terzo giorno risorge. Questo è il messaggio che possiamo portare come cristiani e, in generale, come uomini e donne di speranza».

Un messaggio che riguarda anche le persone di altre confessioni o gli atei. «Anche per chi non ha la fede cristiana, comunque la Pasqua è poter credere in un giorno nuovo, in un’alba nuova, in giorni di pace. È la possibilità di dialogare, creare dei ponti, relazioni, amicizie e alleanze; è la possibilità di trovare un’alternativa alla guerra. Questo è ciò che ci auguriamo e professiamo: la vittoria sulla morte e sul male, la possibilità che domani sorga un giorno nuovo, un’alba che porti luce, futuro, speranza, amicizia e pace tra i popoli».