ANCONA – Sta bene ma le possibilità che possa portare avanti la gravidanza sono appese ad un filo. È ricoverata nel reparto di Ostetricia e Ginecologia del Salesi la 28enne nigeriana soccorsa nella notte al Piano dopo che aveva ingerito dei farmaci che le hanno indotto un aborto spontaneo (leggi l’articolo) non portato a termine. Dall’ospedale partirà una denuncia alla procura per procurato aborto. La giovane, stando a quanto dichiarato ai primi soccorritori, ha assunto il Cytotec, un farmaco per chi soffre di ulcera e che ha come effetto collaterale proprio quello di provocare un aborto spontaneo generando le contrazioni che inducono al parto anche se i mesi della gestazione non sono terminati. La 28enne avrebbe già superato il terzo mese di gravidanza, il periodo definito legale per chi vuole interrompere una nascita non desiderata. Spetterà alla magistratura andare a fondo per risalire a chi le ha prescritto il Cytotec o se è confermata l’ipotesi emersa subito dopo i soccorsi prestati alla 28enne in casa e cioè che ha avuto il farmaco in una farmacia fuori Ancona, senza nessuna ricetta medica. I soccorsi in casa sono stati chiamati dopo che la giovane ha avuto forti dolori addominali. La 28enne non parla bene italiano e nell’abitazione dove è stata soccorsa c’era una donna adulta che traduceva per lei.
Che il Cytotec è indicato come provocatore di aborti spontanei è risaputo in campo medico e non solo. Basta cercarlo su internet e appaiono blog e siti dedicati alle donne dove viene addirittura spiegato in quali quantità prenderne per rendere efficace l’aborto. Sempre sul web viene data ampia spiegazione sull’aborto farmacologico entro la 12esima settimana. Il Cytotec, assunto senza un controllo medico, è pericolosissimo. «È un prostaglandinico – spiega Flavio Del Savio, ginecologo ed ex primario di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Salesi – indicato come terapia per chi è affetto da ulcera gastrica. Purtroppo si è diffusa la notizia che provoca le contrazioni a chi tenta di interrompere la gravidanza senza rivolgersi a strutture mediche. E’ da suicidio fare così. Chi lo assume rischia distacchi della placenta, emorragie violente, la rottura dell’utero e quindi anche la possibilità di avere gravidanze future. Per averlo serve la prescrizione medica».
In ospedale viene dato unitamente alla Ru 486, la pillola abortiva, per gravidanze però entro i tre mesi.