Ancona-Osimo

«Penne all’arrabbiata», a Sirolo si ricorda Giovanni Papini. Ospite Mauro Mazza

Il direttore artistico Luca Violini: «Dopo Marco Travaglio, adesso accogliamo il giornalista Mauro Mazza. Insieme ripercorreremo la vita e la carriera delle grandi personalità ormai scomparse»

Marco Travaglio e Luca Violini sul palco

ANCONA – Dopo lo straordinario successo della lectio magistralis tenuta da Marco Travaglio su Indro Montanelli, stavolta si parlerà di Giovanni Papini,  che a vent’anni sognava di cambiare il mondo e a ventitré cominciò a cambiarlo sul serio. L’appuntamento è per domenica prossima (10 novembre), alle 17, al Teatro Cortesi di Sirolo. Sarà qui il secondo incontro della prestigiosa rassegna culturale dal titolo ´Penne all’arrabbiata – Gli intellettuali che capivano troppo´, organizzata dall’agenzia Mediadux srls, per la direzione artistica di Luca Violini.

A farci entrare nel mondo di questo straordinario intellettuale del ‘900 sarà il giornalista Mauro Mazza con ´Papini, l’uomo infinito´. L’attore e doppiatore Violini, oltre alla direzione artistica della rassegna, curerà la lettura di alcuni passi. L’ingresso è gratuito, con prenotazione al 320.5623974.

Il Progetto vede il patrocinio del Comune di Sirolo, dell’Ente Parco del Conero, del Lions Club Ancona Host, dell’Associazione Amici della Lirica Franco Corelli, dell’Associazione Controvento Aps, del Network SenzaEtà, di Filotea e di Radio Arancia Television.

Maestro Violini (attore, doppiatore, regista), cosa dobbiamo aspettarci da questa serata?

Luca Violini

«La rassegna è giunta alla terza edizione e abbiamo l’ambizione di farla diventare un appuntamento fisso e consolidato per l’autunno degli anni a venire. Credo che gli interventi culturali isolati, senza una strategia di continuità, lascino poco nel territorio e nella comunità. Questo è il motivo per cui le nostre rassegne hanno sempre previsto quattro  lectio magistralis, tra l’altro di altissimo rilievo e interesse culturale».

Nel 2022 Pasolini, nel 2023 D’Annunzio…

«Sì, le scorse edizioni sono state monografiche. Quest’anno abbiamo scelto di spaziare sulle grandi firme del giornalismo italiano, sui polemisti più acuti e famosi, di cui c’è moltissimo da raccontare e lo facciamo con il prezioso contributo di grandi personalità della cultura di rilevanza nazionale».

Domenica scorsa, il direttore Marco Travaglio…

«Ci ha offerto un racconto straordinario su Indro Montanelli, l’Antitaliano, e domenica prossima Mauro Mazza ci accompagnerà alla (ri)scoperta  di Giovanni Papini, l’uomo infinito. Continueremo poi domenica 17 ospitando Marcello Veneziani che ci condurrà nel mondo di Ennio Flaiano e di Leo Longanesi, gli Italiani Ironici, per concludere con Giordano Bruno Guerri il 24 novembre che ci traghetterà nel mondo di Malaparte, l’Arcitaliano. Insomma una Rassegna ricca di cui sono e siamo orgogliosi. Nell’organizzazione e nella gestione di questo progetto non sono ovviamente da solo ma ho il sostegno professionale della mia squadra: Federica Maurizi, Giammaria D’Angeli, Riccardo Vitali».

Il giornalista Mauro Mazza

Torniamo all’appuntamento di domenica…

«È una tappa di questo percorso culturale che ha l’obiettivo di dipingere ritratti che permettano una conoscenza più dettagliata e approfondita degli Intellettuali che abbiamo scelto. Cerchiamo di offrire alla comunità di spettatori che ci segue da anni con stima e affetto, prodotti di eccellenza e ritengo che anche questa volta abbiamo fatto centro. Domenica, ad intervallare la lectio di Mazza, abbiamo inserito dei passaggi in lettura, che farò io, di testi di Papini che ripercorrono la sua evoluzione e maturità umana e intellettuale».

Perché il titolo «Penne all’arrabbiata»?

«La scelta del titolo in realtà è stata una idea di Marcello Veneziani. Ovviamente l’ho subito accolta perché rappresenta bene l’irridente anticonformismo di questa corrente della cultura italiana del ‘900 che abbiamo scelto di trattare. Parliamo infatti di spiriti liberi, graffianti, che hanno avuto un senso di non appartenenza ad alcuna corrente artistica e letteraria, ad alcuna chiesa politica o religiosa. Testimoni e protagonisti di quello scetticismo irriverente e creativo che animò febbri culturali che contagiarono anche le stanze grigie del conformismo clericale, del fascismo e dell’antifascismo di varia coloritura».

Lei, tra Montanelli, Papini, Flaiano, Longanesi e Malaparte, quale intellettuale avrebbe voluto essere. E perché?

«Difficile scegliere. Sono tutti intellettuali straordinari. Temperamenti diversi ma accomunati dalla stessa indole: furono conservatori e spiriti liberi, taglienti,  che hanno contribuito alla letteratura, al giornalismo e alla cultura italiana attraverso la loro creatività, la loro indipendenza di pensiero e la loro capacità di sfidare le convenzioni. E’ una generazione di menti che hanno lasciato una traccia indelebile. Montanelli è certamente il giornalista per eccellenza, con la sua scrittura arguta, caustica e brillante, Papini è raffinato e dirompente, Flaiano dissacrante e ironico, Longanesi maestro di aforismi, un bastian contrario dissacrante, Malaparte avanguardista e determinato. Mancano molto, oggi, personalità di questo calibro e proprio per questo motivo, con questa Rassegna, vogliamo (ri)scoprirle e approfondirle».