ANCONA – Tempo scaduto. Il governo non ha rispettato l’impegno sul bando periferie, non c’è nessuno provvedimento per il ripristino dei fondi e così l’Anci ha deciso di interrompere le relazioni istituzionali. Ieri (20 settembre), la delegazione dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani composta dal presidente Antonio Decaro e dai vicepresidenti Filippo Nogarin e Roberto Pella, ha abbandonato i lavori della conferenza unificata. I 12 milioni di fondi destinati al Comune di Ancona per la riqualificazione di Archi e Palombella slittano quindi al 2020.
«Continueremo la battaglia e la mobilitazione finché i soldi non torneranno a casa. Se il governo non torna indietro sugli impegni politici presi con tutti i sindaci d’Italia ci saranno azioni clamorose– dichiara il sindaco Valeria Mancinelli-. Io sto ai fatti. Sei mesi fa i soldi c’erano, un mese fa ci sono stati scippati. Dieci giorni fa il presidente del consiglio si è impegnato per ripristinare il finanziamento e adesso è tutto nuovamente in alto mare. Questo è un dietrofront inspiegabile. Vediamo quello che succederà nei prossimi giorni. Credo che l’Anci lancerà una mobilitazione in tutta Italia».
Il Comune di Ancona sinora ha speso 490mila euro per le progettazioni degli interventi per l’area Palombella-Stazione-Archi-Ingresso Nord della città ed è in regola con quanto previsto dal cronoprogramma del contratto firmato con lo stato ovvero consegna dei progetti esecutivi il 3 di agosto; a settembre era previsto l’avvio delle gare d’appalto. In gioco una somma complessiva che raggiunge i 12 milioni di euro, finanziati dallo Stato a fondo perduto, ai quali si sono aggiunti altri 4 milioni provenienti da Comune, Regione Marche ed Erap per un investimento totale che raggiunge circa i 17 milioni di euro. Il primo cittadino non resta con le mani in mano e annuncia un incontro con le associazioni di categoria, i sindacati e con tutti i soggetti che si erano mobilitati un mese fa per il rispristino dei fondi.
«Concorderemo insieme ulteriori iniziative da intraprendere ad Ancona insieme anche alle altre 95 città italiane- riferisce la Mancinelli-. Gli interventi agli Archi e alla Palombella sono un sacrosanto diritto di chi in quei quartieri vive e lavora e sono interventi che daranno decoro e appeal all’intera città».
Il presidente dell’Anci Angelo Decaro spiega i motivi che hanno portato alla decisione di interrompere le relazioni istituzionali con il governo. «Non abbiamo trovato riscontro all’impegno che aveva preso con noi il presidente del consiglio Giuseppe Conte sul bando periferie nell’incontro dell’11 settembre. Siamo costretti a interrompere le relazioni istituzionali, nostro malgrado. Torneremo a quei tavoli solo quando il percorso per restituire ai sindaci il miliardo e seicento milioni sottratti, si vorrà avviare davvero- afferma-. Durante l’incontro con il presidente Conte, era stato fissato un percorso in due fasi. Prevedeva l’intesa in unificata per sanare la presunta incostituzionalità di una norma che finanziava per 800 milioni di euro il bando periferie, quindi l’istruttoria di un iter per inserire nel primo decreto utile le risorse e fissare le procedure per riallocare i fondi. In Conferenza Unificata era stata messa all’ordine del giorno l’intesa, un primo passo; ma il governo, sollevando un problema di natura tecnica, risolvibile, secondo noi, se solo ce ne fosse stata la volontà politica, l’ha tolta».
Anche Maurizio Mangialardi, presidente Anci Marche, commenta l’interruzione delle relazioni con il governo. «Avevamo dato tempo al presidente Conte di approfondire tematiche che necessitavano della sua attenzione ma ora è chiaro che non c’è la volontà di rispettare gli impegni presi e quindi non c’è altra via che la sospensione di ogni relazione istituzionale- commenta Mangialardi-. Avevamo chiesto che il governo riconsegnasse i fondi legittimamente destinati ai 96 progetti, compresi i progetti che la zona Archi di Ancona, (intervento da 16 milioni di euro), Lido Tre Archi a Fermo (per 9 milioni), il Centro Fiere di Villa Potenza (per 12 milioni), l’intervento a Ponte Armellina e l’edilizia pubblica a Canavaccio in Urbino (per 6,5 milioni) e la riqualificazione a Pesaro tra via dell’Acquedotto e la stazione con sottopasso dei Cappuccini con la pista ciclo-pedonale (per 6,5 milioni) e così non è stato. Siamo molto amareggiati perché la decisione danneggia la riqualificazione di tante periferie e disattende accordi presi e contratti firmati. Ci attendevamo ben altro senso dello stato e della correttezza».