ANCONA – A seguito della querelle innescata dagli interventi a mezzo stampa del dottor Umberto Gnudi responsabile del Pronto Soccorso di Pesaro, Anaao Assomed Marche, sindacato di medici e dirigenti sanitari ritiene di intervenire precisando che la sofferenza dei reparti di Pronto Soccorso marchigiani, ma anche italiani in genere, non è nata ieri.
Secondo il consiglio direttivo «da almeno vent’anni, complice l’iper afflusso di pazienti scontenti della medicina territoriale e l’obbligo di gestione, per lunghi periodi, degli stessi a causa della carenza di posti letto nei reparti di degenza, i Pronto Soccorso sono entrati in una situazione di sofferenza che si è acuita sempre più col passare degli anni, da quando questi reparti sono passati dall’essere solo ambienti di passaggio dei pazienti ad essere dei veri e propri mini ospedali».
Il consiglio direttivo di Anaao Assomed Marche chiarisce che «il taglio massiccio dei posti letto, specie nelle divisioni mediche, ha portato alla creazione di reparti veri e propri all’interno dei Pronto Soccorso (Osservazione temporanea, Osservazione breve intensiva e medicina di urgenza)». La conseguenza è che si creano posti letto che non esistono dal punto di vista contabile ma che gravano come gestione sui medici e gli infermieri in servizio. La permanenza di pazienti anche con patologie gravi nelle osservazioni brevi intensive ha raggiunto, con gli anni, livelli intollerabili. Spesso pazienti con patologie importanti vengono gestiti per intero e dimessi dal Pronto Soccorso senza neppure transitare nei reparti, specie in questi tempi di Covid che hanno gravemente peggiorato e messo allo scoperto una situazione grave comunque preesistente.
«L’epidemia – puntualizza il consiglio direttivo – ha solamente evidenziato un problema che, da anni, restava noto solo agli addetti ai lavori, grazie alla abnegazione del personale. Da qui lo sfogo del collega, vituperabile forse nella forma, ma non nella sostanza». Se decine di medici abbandonano i Pronto Soccorso per incarichi più tranquilli e più appaganti e soprattutto non si trovano più professionisti che vogliano lavorarvi, la ragione è semplicemente dovuta alla tipologia del servizio, ai turni gravosi, ai rischi professionali, alla mancanza di gratificazione e in ultimo ma non da ultimo, il tutto a fronte di un trattamento economico pari a quello di tutti gli altri colleghi.
«Pensare di ovviare alle carenze di organico utilizzando i medici degli altri reparti, rispettando i criteri dell’equipollenza, è solo un cerotto apposto su una ferita in gangrena. Se non si interviene subito, gratificando e incentivando i giovani medici al lavoro nei reparti di emergenza, presto ci troveremo senza professionisti specifici e i concorsi continueranno ad andare deserti, permanendo comunque i problemi causa la scarsa abitudine dei colleghi dei reparti di degenza alla gestione dell’emergenza e creando, nel contempo, carenze nei reparti da cui provengono i professionisti utilizzati per coprire i turni. Da parte del consiglio direttivo di Anaao Assomed Marche è sempre forte la disponibilità nei confronti dell’Assessore Regionale alla Sanità al confronto per contribuire a risolvere le molte questioni irrisolte che necessitano di programmazione e pianificazione».