Da circa sei mesi le cooperative aderenti a Federsolidarietà di Confcooperative Marche, che si occupano di servizi per persone con disabilità, continuano a denunciare la grave situazione in cui si trovano. «Nel corso degli anni, hanno più volte espresso alla Regione Marche la loro preoccupazione per questa situazione tramite numerose richieste accorate. Tuttavia, dal 2014, nessuno si è occupato di questi soggetti che, ricordiamo, fanno parte del Servizio Sanitario Regionale e offrono un futuro dignitoso alle persone con disabilità e alle loro famiglie» spiega l’ente.
Che prosegue: «Nessuno ha più pensato di concedere loro un sostegno economico. Alla fine della scorsa estate, dopo numerosi incontri con i referenti regionali, per manifestare la grave situazione, viene pubblicata una DGR (1446) che, in apparenza, concede dei sostegni economici a questi servizi. Tuttavia, a sei mesi dalla pubblicazione, questo sostegno non è arrivato e, nella maggior parte dei territori (Ast e Comuni), viene negato con forza».
«La DGR in sostanza non può essere applicata perché la Regione ha posto un limite alla spesa ai dirigenti delle Ast. È come dire a una famiglia, nella quale è appena aumentato il numero dei figli, che per il prossimo anno non devono spendere più del precedente per il cibo. È evidente che qualcuno mangerà meno e qualcun altro non mangerà affatto», afferma un portavoce delle cooperative.
«La nostra preoccupazione come genitori è che questi servizi, così preziosi per i nostri figli, vengano sempre meno considerati e addirittura lasciati a sé stessi, rischiando di diventare luoghi di emarginazione,” dichiara Silena, mamma di Filippo.
La Regione, tramite l’assessore Saltamartini, aveva comunicato l’intenzione di risolvere il problema, ma ancora nulla è cambiato e nessun sostegno economico è stato programmato.
«Noi operatori chiediamo che venga riconosciuto il nostro lavoro e come tale retribuito. Erroneamente, molti continuano a pensare che questi servizi siano sostenuti tramite la buona volontà di volontari. Con questa scusa, evitano di rafforzare il supporto economico, disconoscendo tutto ciò che facciamo professionalmente accanto alle persone fragili», afferma Gabriele, operatore di cooperativa.
«Questa situazione è ormai insostenibile e siamo stanchi di promesse non mantenute. Dopo una nuova riforma sulla disabilità da poco avviata, sembra che la situazione stia peggiorando. Penso che il prossimo passo sarà quello di scendere in piazza», conclude Giorgia, presidente di cooperativa.
La situazione rimane critica e le cooperative continuano a lottare per ottenere il riconoscimento e il sostegno necessario per garantire un futuro dignitoso alle persone con disabilità e alle loro famiglie.
Appello firmato
Cooperativa Centro Papa Giovanni XXIII, centro diurno “A” e “B”-Comunità Il Samaritano – Comunità Don Paolucci (45 persone con disabilità, 45 famiglie, 75 operatori)
AssCoop Centri diurni e residenziali – (68 persone con disabilità, 68 famiglie, 92 operatori)
C.D. “il Mosaico” Coop “la Fraternità” (20 persone con disabilità, 20 famiglie, 8 operatori)
Coop Biancazzurro – centro diurno e comunità residenziale 25 persone con disabilità- 25 famiglie – 18 operatori
T41A cooperativa sociale “plurima” (70 persone con disabilità, 50 famiglie, circa 30 operatori
ANFASS Fano – centro diurno ITACA (18 persone con disabilità, 40 famiglie e 10 operatori)
Cooperativa I Cirenei (20 persone con disabilità, 20 famiglie e 12 operatori).