ANCONA – Carlo Maria Pesaresi, avvocato ed ex assessore alla Cultura della Provincia di Ancona, è candidato alle primarie del centrosinistra che si terranno nel capoluogo dorico domenica 27 novembre. Il voto sarà decisivo per scegliere chi, tra Carlo Pesaresi e Ida Simonella, sarà il candidato sindaco alle elezioni amministrative del 2023 per la coalizione di centrosinistra “Progetto Ancona” (Partito Democratico, Azione, Italia Viva, Partito Socialista Italiano, Articolo Uno, Lista Civica AncoraXAncona e da PopolarixAncona).
Anconetano, 52 anni, Pesaresi è sposato e ha due figli. Di professione avvocato, è stato presidente del FORM (Fondazione Orchestra Regionale Marche) e presidente del Consorzio Marche Spettacolo. Dal 2007 al 2012 ha ricoperto il ruolo di assessore alla Cultura, Turismo, Pace, Politiche Giovanili e Cooperazione Internazionale della Provincia di Ancona. È stato tra i fondatori di importanti manifestazioni regionali quali il festival di musica Klezmer ed i festival Adriatico Mediterraneo, Sconcerti e Acusmatiq. Lo abbiamo intervistato per conoscerlo meglio, comprendere la sua visione, capire quali sono le sue priorità per Ancona e i temi più importanti del programma elettorale.
Come mai ha deciso di scendere in campo? Perché vorrebbe essere Lei il candidato sindaco del centrosinistra? «Credo che per proseguire e migliorare il lavoro già fatto dalla precedente Amministrazione servano persone nuove, energie nuove e un nuovo metodo che metta al centro dell’agire del sindaco la partecipazione dei cittadini e il confronto. Sogno una Ancona migliore».
Se dovesse battere la sua avversaria alle primarie ed essere eletto sindaco alle prossime amministrative, che cosa pensa di poter dare ad Ancona? «L’opportunità di un rilancio attraverso manutenzioni, arredi e decoro della città; attenzione per i quartieri e per le frazioni. Riaccendere la sua vitalità e vivacità con attività diffuse e spazi per i giovani. Tutto questo sarà possibile anche rendendo Ancona una città universitaria. Infine, tornerà ad avere il ruolo di capoluogo di Regione e maggiori responsabilità nei confronti del territorio».
Lei ha sempre asserito di portare aria nuova rispetto all’Amministrazione Mancinelli. Come pensa di farlo? In che cosa consiste la novità? «La novità sta nelle persone e nel metodo. Le persone perché non è corretto pensare che solo chi ha amministrato la città in questi anni possa continuare a farlo. Io ho competenze e qualità per governare, porterò una nuova squadra, giovane, e un metodo di governo più aperto ed inclusivo nei confronti dei cittadini».
Sostenibilità, porto, sociale, giovani… Quali sono i temi principali del suo programma e quali gli obiettivi più importanti che vorrebbe raggiungere? «Sicuramente questi sono temi centrali. Come detto precedentemente i giovani devono essere protagonisti del rilancio della città; importante anche l’attenzione per il sociale con tutte le nuove fragilità emerse dopo il Covid. E poi il porto. Bisogna proseguire quanto fatto fino ad ora e realizzare le numerose opere rimaste bloccate negli ultimi anni. Vogliamo aprire alla città un’ulteriore parte dello scalo, dalla mensa di Fincantieri in poi, e riqualificare il Mandracchio per renderlo la cerniera tra porto e città. Per quanto riguarda l’ambiente dobbiamo procedere con determinazione seguendo le indicazioni emerse dal PIA, quindi mobilità dolce, verde urbano ed efficientamento degli edifici pubblici».
Quali sono le priorità per Ancona? «Dagli incontri che ho fatto con i cittadini in queste settimane sono emerse alcune necessità: maggiore decoro della città, più confronto e dialogo tra amministrazione e cittadini e attenzione alle loro esigenze».
Come immagina Ancona tra cinque anni sotto la sua guida? «Una città più aperta, più viva, più capoluogo e più determinante sulle questioni dello sviluppo regionale. Una città con una chiara visione di dove vuole andare negli anni a venire».
Per quale motivo i cittadini dovrebbero votarla? «Ho esperienze amministrative e gestionali maturate in tanti anni di lavoro sul territorio. Sono in grado di unire visione e competenza, visione e concretezza. Le due cose devono andare insieme. Chi dice che non sono compatibili o che sono in contrasto, o non ha l’una o non ha l’altra. Servono entrambe, senza visione non si va da nessuna parte».