Ancona-Osimo

Pesca, la marineria marchigiana invecchia. Giardini: «Serve intervento forte»

L’età media delle imbarcazioni tocca i 40 anni, quella dei pescatori supera i 50. A lanciare l'allarme è Impresapesca di Coldiretti. Una preoccupazione condivisa anche da Lega Coop Marche: «Incentivi per favorire l'imbarco dei giovani»

Veduta dall'alto del Porto di Ancona
Veduta dall'alto del Porto di Ancona

ANCONA – «È una flotta “anziana” nei mezzi e nelle risorse umane quella marchigiana». A lanciare l’allarme è Impresapesca Coldiretti. «L’età media delle imbarcazioni della marineria marchigiana tocca i 40 anni mentre quella dei pescatori, supera i 50», osserva Impresapesca in una nota, nel commentare i bandi della Politica Comune della Pesca dell’Unione Europea, pubblicati dalla Regione Marche che assegna contributi del 50% e dell’80% per gli investimenti sull’ammodernamento delle imbarcazioni.

«Con una dotazione complessiva di 690mila euro, ma a fronte di una platea di circa 840 imbarcazioni – fa notare Tonino Giardini, responsabile nazionale e delle Marche di Coldiretti Impresapesca – il che è davvero poca cosa mentre altre regioni, ad esempio l’Abruzzo, hanno aggiunto risorse per incentivare il ricambio generazionale». Il rischio, secondo Impresapesca è che senza una politica di rilancio il futuro del settore sia già segnato.

Una posizione condivisa anche da Simone Cecchettini, responsabile regionale Lega Coop Marche Agroalimentare e Pesca: «Il problema del ricambio generazionale è presente ormai da una decina di anni – spiega – e negli ultimi tre anni, con la riduzione in seguito alla rottamazione delle imbarcazione più grandi, si è ulteriormente accentuato. Stiamo assistendo anche ad un declino nella presenza dei giovani, al punto che, se non avessimo il supporto dei giovani stranieri, avremmo difficoltà ad andare in mare».

«Un problema enorme», quello dell’ammodernamento, prosegue Cecchettini, per il quale il bando varato dalla Regione per la sicurezza delle imbarcazioni «non rappresenta una soluzione». «Il nostro – spiega il responsabile di Lega Coop Marche Agroalimentare e Pesca – , è un settore economico maturo che fa fatica a coinvolgere nuove leve e risorse umane, sia perché si tratta di un lavoro faticoso e usurante, che impegna 4 giorni a settimana con turni di 15 ore giornaliere e che costringe a stare distanti dalle famiglie. Inoltre, gli stipendi medi di un marinaio, pari a 1500-1600 euro al mese sono quelli che si possono avere stando a terra e lavorando in fabbrica».

«Abbiamo bisogno di più risorse economiche per l’ammodernamento, rispetto a quanto preveda attualmente la programmazione unitaria – conclude Cecchettini – . Servono incentivi per favorire l’imbarco dei giovani ed è necessario studiare forme che permettano sgravi fiscali per le imprese che assumono gli under 30».

In questi giorni di fermo biologico per le imbarcazioni della grande pesca del Nord delle Marche (Pesaro, Ancona e Civitanova mentre Porto San Giorgio e San Benedetto partiranno da Ferragosto), Coldiretti Impresapesca lancia infine l’allarme sull’invasione di pescato straniero in Italia con l’import passato in 30 anni dal 27% all’80%.
«La pesca – conclude Giardini – necessita di un intervento forte e strutturale. Il problema non è solo della Regione Marche, manca una strategia nazionale ed europea perché i fondi a disposizione sono ben poca cosa. La pesca deve poter contare su imbarcazioni sicure ed equipaggi giovani, pronti anche a ulteriori investimenti per il futuro, loro e del settore».