ANCONA – Sono giorni particolari di un Natale particolare nel cuore del centro di Ancona. In particolar modo, nelle ultime ore, la curiosità degli anconetani manifestata attraverso i consueti ritrovi social si è focalizzata sulla storia di una delle due fontane di piazza del Papa. Nello specifico la discussione si è concentrata sui volti raffigurati in cima alla fontana chiamata Fonte dei Decapitati o Fontanone, che racchiudono e rappresentano una storia profonda alle loro spalle.
Una spiegazione importante, che rimanda appunto al valore storico, ci viene fornita dall’architetto Sergio Roccheggiani, dello studio di architettura e urbanistica Battistelli-Roccheggiani: «Più che da un punto di vista architettonico, vista anche la disposizione marginale, il fontanone diventa importante per ciò che trasmette. L’osservatore nota la sofferenza e si ferma nell’ammirarla. La Fonte dei Decapitati è risalente al XV secolo e realizzata dal Comune per fornire acqua potabile alle numerose residenze che si affacciavano sulla nuova piazza ancora in costruzione». Per questa e l’altra fontana di piazza del Papa, quella centrale, tempo fa sono stati stanziati 13.442 euro per il restauro e l’intervento è stato affidato al restauratore bolzanino Umberto Vanzo.
Nonostante vengano riportate varie interpretazioni, la spiegazione più realistica risiede nel libro Piazza del Papa in Ancona scritto dal professor Fabio Mariano: «La datazione della nuova Fonte di Piazza, alimentata per caduta dalle condotte provenienti dall’antica Fonte del Calamo può farsi risalire a dopo il 1446 […]. La tradizione popolare vuole che si identifichino le teste presenti nel fregio rinascimentale decorato della fontana, con quelle dei nobili anconitani fatti decapitare dal cardinale Accolti nel 1534, dopo che Ancona perse la sua indipendenza. Ma quelle oggi visibili sono otto, più due di cherubini, mentre i decapitati furono allora soltanto tre, più due impiccati nella rocca di Porto San Giorgio, ed i conti non coincidono con l’evento storico. Inoltre lo stile delle sculture sembrerebbe più precoce, da datare tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo, i volti raffigurati sono molto caratterizzati e sembrano riferirsi a persone reali: si può ipotizzare forse una loro rappresentazione encomiastica dei curatori pubblici deputati all’opera».
L’associazione dei volti raffigurati alla Fonte dei Decapitati non sarebbe quindi quella corretta in quanto, come spiega Piero Romagnoli, amante della storia dorica: «I fatti risalgono al 1534, mentre il 1532 è l’anno del “golpe” del Cardinale Accolti. I cinque giustiziati si dividono in due gruppi: tre vennero effettivamente decapitati, mentre altri due vennero impiccati nella Rocca di Porto San Giorgio. Dulcis in fundo: le teste scolpite sul fregio della fontana non sono le loro, perché c’erano già da quasi un secolo quando quei poveracci vennero fatti fuori».
Importante il contributo fornito al dibattito dal vicepresidente dell’associazione anconetana “Laboratorio Culturale” Patrizio Piaggesi: «La passione per la storia e l’arte della città è nata dai tempi della scuola, oltre cinquant’anni fa. Ho svolto a volte il ruolo di Cicerone con gli alunni delle scuole elementari e medie, nel mio passato da maestro prima e preside poi, ma soprattutto nella mia attività con il Laboratorio Culturale che organizza conferenze e visite guidate. Per il fontanone di Piazza del Papa ho un’affezione particolare legata ai miei vissuti di gioventù. Fino all’anno del terremoto del 1972 andavamo a prendere lì l’acqua e per me che abitavo in via Matteotti non era proprio vicinissimo».
Contributo attivo anche da parte di Pierluigi Ulisse, amante del passato dorico: «Sono appassionato di tutto ciò che riguarda la storia di Ancona e di questo devo ringraziare mio padre che si è sempre documentato. Piazza del Papa cosa rappresenta? Un’idea di semplicità ma allo stesso tempo di maestosità».