ANCONA – Avvelenata o narcotizzata per poi essere gettata nel fosso a Tolentino. Un super perito incaricato dalla procura dorica lo chiarirà entro un mese e mezzo. Oggi l’affidamento dell’incarico dal parte del pm Andrea Laurino a Giampietro Frison, del dipartimento di Tossicologia forense dell’Ulss di Venezia, che si è preso 45 giorni di tempo per stabilire, analizzando i reperti dei prelievi effettuati nelle due autopsie sul corpo di Renata, se la pittrice ha assunto veleni oppure medicinali e peggio ancora se è stata narcotizzata per poi essere uccisa.
A tredici giorni dal ritrovamento del cadavere in contrada Pianarucci, il doppio esame autoptico effettuato all’obitorio dell’ospedale di Macerata non è riuscito a stabilire nemmeno l’epoca della morte. Ha chiarito soltanto che non ci sono segni evidenti di una morte violenta dallo scheletro osseo, che non presenterebbe fratture e nemmeno segni di una morte per arma da fuoco.
La prova regina che cerano gli inquirenti potrebbe essere racchiusa nell’auto dei Santoleri, la Fiat 600 ancora sotto sequestro giudiziario e che domani mattina verrà analizzata da un maggiore donna del Ris di Roma, esperto in prelievi vegetali. Nella vettura si cercano prove che abbia percorso il terreno dove la pittrice è stata trovata morta, lo scorso 10 novembre, per pura casualità, da un muratore che si era appartato per fare pipì.
Cosa cercano gli inquirenti dai reperti del cadavere ridotto per lo più ad uno scheletro? C’è una serie di sostanze da verificare e che potrebbe aver assunto Renata, volontariamente o forzatamente, come farmaci, veleni o altre sostanze estranee al suo organismo. Impossibile risalire ad un eventuale pasto consumato prima di morire per dei riscontri anche sul cibo perché dello stomaco non c’è più traccia.
La testimonianza della farmacista che l’ha riconosciuta raccontando ai carabinieri che la pittrice il 9 ottobre, alle 16,30, è entrata nel negozio di Tortoreto Lido in stato di agitazione chiedendo dei farmaci, è al vaglio degli inquirenti che stanno accertando la corrispondenza di orario e giorno. Se fosse confermata la presenza di Renata al pomeriggio allora c’è qualcosa che non va nel racconto del figlio Simone e dell’ex marito che hanno sempre sostenuto di aver visto la donna alle 13. Giuseppe Santoleri l’avrebbe portata nella casa di Giulianova in via Galilei. Qui è scoppiata una lite per soldi e l’ex marito l’avrebbe riportata a casa ad Ancona attorno alle 14 lasciandola però vicino Loreto perché Renata voleva raggiungere il santuario per pregare. Alle 16.30, stando a questa versione, non poteva più essere a Giulianova.